Pagina:De Gubernatis Galateo insegnato alle fanciulle.djvu/19


17


spesso ben accolto e desta ilarità. Se è troppo spesso ripetuto, se scende nel triviale, se è diretto ad un superiore od a persona seria che ha diritto al nostro massimo rispetto, perchè occupata di cose importanti, o viene a noia od offende il buon gusto di chi ci ascolta, ed invece di spiritosi, veniamo stimati seccanti, ineducati ed anche stupidi. — Se un bello spirito disse che vi sono sciocchezze ch'egli avrebbe volentieri comprate, perchè, dette con grazia ed in tempo opportuno, attirano l'attenzione della brigata, mantengono viva la conversazione ed il buon umore, — di maggior peso è però l'esservazione di Plutarco, che ci raccomanda a tempo e luogo di saper tacere, osservando egli che ci pentiamo sovente aver parlato e mai d’aver taciuto. — E un giorno che un tale domandò a Demostene, grande oratore greco, il perchè avessimo due orecchie ed una lingua sola, egli rispose: perchè dobbiamo assai più ascoltare che parlare. Spesso chi più parla, meno pensa e più sproposita.

Zerlina, fanciulla di vivacissimo carattere, aveva una grande smania di apparire spiritosa e credeva di fatto di esserlo, dimostrando un’ecessiva e lepida loquacità. In casa, in iscuola, in società, non si sentiva che la sua voce acuta. Coi genitori, coi fratelli, colle maestre, colle amiche e con chicchessia ella scherzava e rideva di continuo, cercando un doppio senso in ogni parola da altri profferita, storpiando i nomi

2 Mannucci, Galateo