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quasi intieramente atrofico, e la cavità viscerale non ad altro destinata che a contenere gli organi della generazione. In un altro genere affine (Myrianide) il sig. Milne Edwards ha verificato la stessa cosa, colla differenza che non un individuo solo, ma una serie di molti si produce successivamente in tal modo. Questi del pari emettono col tempo o uova o spermatozoidi, e così generano nuovi individui che ricominciano la propagazione per germogli, e via di seguito. Noi ci troviamo ora assai imbarazzati per decidere quali di queste due sorta di individui rappresenti l’animale completo; poichè nessuno lo è. Questa separazione degli organi e delle funzioni sopra individui differenti è ben un fenomeno maraviglioso, degno dell’ulteriore studio del naturalista filosofo (fig. 25).



§ 12. Generazione spontanea.

L’apparizione inaspettata di piccoli animali, in casi ed in circostanze che ne rendono, almeno al volgo, misteriosa la vera provenienza, ha servito di fondamento ad un’ipotesi antichissima, secondo la quale è ammesso che alcuni animali possano formarsi dal semplice fortuito concorso degli elementi, senza l’opera di progenitori. Contribuì non poco al favore di questa teoria il vedere per lo più generarsi questi animali nella dissoluzione di altri organismi, nella fermentazione lenta di sostanze organiche. Non sembrò sufficiente il vedere fra questi due fenomeni una relazione qualunque: ma si volle che uno dipendesse immediatamente dall’altro: che i principj sprigionantisi colla fermentazione, trovandosi allo stato nascente, tendessero con particolare energia a combinarsi di nuovo, ed a generare così altri corpi organici. L’aberrazione della mente fu spinta da alcuni filosofi sino al punto di indurli ad asserire che tutti gli animali della terra,