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si ridesta la grande vita internazionale 75

rono le loro case e riacquistarono l’antica influenza, meno forse nel regno di Napoli, fu dovuto alla prudenza del loro generale ed alla cieca reazione, che seguì nella penisola, tranne in Piemonte. Il cadavere del padre Roothaan fu esposto nella sua cella a Sant’Ignazio, e onorato di solenni esequie al Gesù, dove pontificò il cardinale Gaude, assistito da tutti’i padri residenti in Roma e dai domenicani. L’aristocrazia v’intervenne quasi tutta, nè mancarono cardinali e prelati. Il corpo venne chiuso in una cassa di piombo, sulla quale fu incisa questa iscrizione:

heic situs est
IOANNES ROOTHAAN
praepositus generalis s. i.
ab ignatio patre xxi
dec·viii·id·mai·a·mdcccliii
aet·a·lxvii·m·v·d·xv


Il 2 luglio successivo fu eletto il padre Pietro Beckx, che aveva 58 anni, ed era nativo della diocesi di Malines. A un olandese succedeva un fiammingo.


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L’Università fu riaperta il 5 novembre 1852 con la consueta messa dello Spirito Santo e un discorso del padre Ricca, professore di sacra scrittura. In quei primi anni l’ateneo romano richiamò scarso numero di studenti, poichè ai giovani delle provincie, e singolarmente ai romagnoli, si vietava, con molti pretesti, di venire a studiare a Roma. Fu solo nel 1857 che la Sapienza cominciò a popolarsi al punto, che dal 1859 al 1861 contò circa mille studenti, e divenne uno dei più molesti grattacapi della polizia. Ma riserbandomi di dedicare più innanzi uno speciale capitolo all’Università, ai suoi professori e studenti, alle dimostrazioni, agli arresti e agli sfratti, ricorderò qui altri avvenimenti. In Sant’Andrea della Valle tre giovani ed eleganti monsignori della corte intima di Pio IX salirono il pergamo in occasione dell’Epifania: Hohenlohe che predicò in tedesco, Thalbot in inglese, e De Merode in francese; nè mancò loro qualche successo di curiosità. Venne a Roma nell’aprile di quell’anno, e vi tornò nel luglio del 1853, il granduca di To-