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corazioni, e fra queste, la croce di cavaliere di san Gennaro al Gemeau, e quella di commendatore di Francesco I a monsignor De Merode, allora cameriere segreto partecipante.

Il giorno 2 dello stesso mese si compì in Corneto una pietosa cerimonia. È da premettere, che madama Letizia Bonaparte, madre di Napoleone I, era morta a Roma il 2 febbraio 1836, a 86 anni. Il Larrey, che dedicò due volumi a lei1, ricorda che la madre di Napoleone, divenuta interamente cieca, morì senza sofferenze, che fu assistita dal dottor Ramolino suo parente, che il Thorwaldsen, di passaggio per Roma, ne levò la maschera, e la campana del vicino Campidoglio ne sonò l’agonia.

Il governo aveva ordinato che la cerimonia funebre fosse estremamente semplice. Si proibì alla famiglia Bonaparte di far mettere sulla porta della chiesa di Santa Maria in via Lata le armi imperiali, ma non si potè impedire che le dette armi fossero attaccate al drappo del feretro, e sormontate dall’aquila, con le lettere L. R. B. (Letizia Ramolino Bonaparte), con questa breve ed eloquentissima iscrizione: Mater Napoleonis.

Tre giorni dopo ricorreva l’anniversario dell’incoronazione di Gregorio XVI; e mentre tutta Roma correva a San Pietro, un modesto carro funebre, seguito da qualche fedele amico e da pochi pezzenti, usciva in silenzio dal palazzo Rinuccini (che si chiamò poi palazzo Bonaparte), e si recava pel Corso in Santa Maria di via Lata. Qui il cadavere venne consegnato al parroco, perchè lo tenesse a disposizione del cardinale Fesch, fratello uterino della defunta, il quale ordinò poi che la salma di sua sorella fosse portata, come in luogo di deposito, nella notte dal 4 al 5 febbraio, nella chiesa delle Dame della Passione a Corneto. In quella stessa fossa volle esser sepolto lui, che morì tre anni dopo in Roma, nell’età di 68 anni. Come fosse scelto Corneto, nessun biografo di «madama-madre» lo dice. La città di Aiaccio, dunque, alla quale la defunta aveva lasciato in eredità il suo cuore, reclamò la salma di lei e del cardinal Fesch. La domanda trovò, e dovea trovare da parte del Papa, facile accoglimento,

  1. Madame Mère del barone Larrey dell’Istituto di Francia. Parigi, E. Dentu, edit., 1892.