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primo concistoro - il nuovo municipio 69

pagna, con molto disgrazie. Ma quell’anno si chiuse con una graziosa novità, quella di sostituire alle visite di capodanno piccole offerte di trenta baiocchi ciascuna, in favore degli asili d’infanzia. Di questi asili, a cura di una società costituitasi fin dal 1847, n’eran sorti tre, destinati solo ai maschi, nei rioni Monti, Regola e Trastevere, e furono appellati cristiani, per escluderne gli israeliti. Or, nel fine di accrescere il numero di quei pietosi ricoveri, si pensò d’invocare con quel mezzo il concorso della pubblica carità. Nè questa fu sorda all’appello, perchè le tenui offerte piovute indistintamente da nobili e borghesi, ecclesiastici e laici, cristiani e israeliti, fruttarono in quel primo anno poco meno di un migliaio di lire.


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Il primo dei matrimoni mondani, dopo il ritorno del Papa, fu quello celebrato il 21 aprile del 1852 tra il principe Giovannelli di Venezia, giovane a ventinove anni dalla fluente barba nera, e donna Maria Chigi, appena sedicenne, una delle cinque bellissime figlie del principe Sigismondo Chigi, delle quali la maggiore aveva sposato, due anni prima, Giulio Torlonia, duca di Poli. I Giovannelli erano patrizi di Venezia, magnati di Ungheria e ciambellani d’Austria. Il matrimonio però, per quanto sorriso dalla gioventù, dalla ricchezza e dalla nobiltà, fu sterile, e il dovizioso patrimonio del principe, morto nel 1886 senatore del regno d’Italia, fu raccolto da alcuni parenti di Francia. Le altre sorelle di donna Maria sposarono, qualche anno dopo, una, il conte Giuseppe Macchi; la seconda, il conte Bonaccorsi, e una terza, il marchese di Bagno. La prima a morire fu la Macchi, il cui marito sposò in seconde nozze, pochi anni dopo, un altro fior di bellezza, Giulia Capranica, assumendo il titolo di conte di Cellere. Della Giovannelli conservo un’incantevole fotografia, che la riproduce velata. Strano capriccio dell’avvenente signora.