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richiamo del baraguay - nuove tasse 45

di scudi 12,336,487.35, con un disavanzo di scudi 1,756,745.41; e sei anni dopo, nel 1858, l’anno avanti alla perdita delle quattro Legazioni, il bilancio si era elevato a 14,653,999 scudi nell’attivo, e a scudi 14,552,570 nel passivo. Non più disavanzo, ma un avanzo di 101,429 scudi. Il maggior introito era rappresentato dalla dativa e dalle dogane, e la maggiore spesa dalle armi, che rappresentava più del decimo di tutto l’attivo. Si era fatto un gran passo, anche perchè in quegli anni non vi furono carestie, nè straordinari infortuni.


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In uno Stato, dove il sistema protezionista rasentava le maggiori esagerazioni, e che, tranne col Piemonte e con Parma, confinava con tutti gli Stati d’Italia, il contrabbando fu in ogni tempo il cancro divoratore della pubblica finanza. Del contrabbando vivevano un po’ tutti, e seguitarono a vivere anche dopo i provvedimenti presi dal governo pontificio, in quello stesso anno 1850, col trattato fra il Papa e il granduca di Toscana, nel dicembre, per reprimere il contrabbando non solo, ma «accordare nuove facilitazioni al commercio e all’industria». Furono chiusi al transito alcuni uffici doganali, ed altri aperti, ed altri resi promiscui fra i due Stati, soprattutto in Romagna e in Umbria: uffici numerosi, perchè lungo la frontiera, quasi tutta di montagna, e che andava dalla strada bolognese per la Porretta, e dalle Filigare, a Popolano sulla strada faentina, a Terra del Sole sulla forlivese; e dell’alta valle del Tevere, rasentando la provincia di Arezzo, a Radicofani e al Chiarone. I particolari della convenzione si leggono nel testo del trattato, che andò in vigore il 1° gennaio 1851, e doveva durare cinque anni; e non disdetto, si considerava rinnovato di biennio in biennio. Ma la miglior distribuzione degli uffici non giovò a nulla, perchè la criminosa industria seguitò ad essere largamente esercitata, singolarmente nell’Appennino, e dalla parte di Arezzo, dove la frontiera era più montuosa e mal definita, con scorciatoie e sentieri ignoti, e sul Trasimeno, ch’era pure irregolare linea di confine fra i due Stati. Del contrabbando profittavano e vivevano un po’ tutti, ripeto; ma se ne giovava principalmente una