Pagina:De Cesare - Roma e lo Stato del Papa I.djvu/47


ricostituzione del vecchio regime — attentati settarii 29

sarà immediatamente fucilato». Nè fu una grida spagnola, perchè, in virtù di essa, venne fucilato il Gatti, e sette giorni dopo, sulla stessa piazza, un certo Paolo Cascapera, perchè sorpreso armato di uno stocco; ed imponendosi altri esempi, la mattina del 9 ottobre, per sentenza della Consulta, furono passati per le armi alla Bocca della Verità, contemporaneamente, sei individui di infima condizione sociale, condannati per tre feroci omicidii, consumati sulla piazza di ponte Sant’Angelo il 3 maggio 1849, prima che entrassero i francesi. A differenza dei giudizi statari, questo della Consulta ebbe salve le apparenze, La Consulta era stata ricostituita con monsignor Sagretti presidente, con prelati intransigentissimi, e con l’Evangelisti per cancelliere.

La verità è che nei bassifondi della città era rimasto tale un lievito di odii contro il governo pontificio e contro i suoi partigiani, che non si penava a cercare chi, per suggestione, sì prestasse a compiere un assassinio. Bastava creare, nella coscienza di persone rozze, la persuasione che il tale o il tal altro fosse una canaglia o una spia, perchè la vita di quest’uomo fosse condannata. Se a Roma non fu mai popolare il governo pontificio, come quello che esercitava una doppia tirannide, la politica e la religiosa; che traeva profitto da tutto; che favoriva, con mezzi subdoli e inframmettenze di donne, chiunque gli piacesse; che amministrava senza giustizia, ed entrava in ogni intimità della vita, pubblica e privata, bisogna riconoscere che questo governo tornava, dopo tre anni, peggiorato ed imposto dalla forza di quattro eserciti, e da un’armata di occupazione. Molte famiglie avevano perduto, nella guerra e nell’assedio, i congiunti: a Cornuda, a Treviso, a Vicenza, erano caduti valorosi giovani della miglior borghesia, e primo fra tutti, Natale del Grande, al quale il municipio ha dedicata testè una via, e collocato un busto al Gianicolo. Erano caduti con egual valore, nelle giornate dell’assedio, Gustavo Spada, l’amico intimo del principe Luciano Bonaparte, che di quella perdita non si consolò più, e Paolo Narducci, ufficiale d’artiglieria, la cui madre inconsolabile fu arrestata il 9 febbraio di quell’anno, perchè protestava contro le gazzarre del carnevale, e tanti altri tra morti e feriti. Non pochi avevano preferito l’esilio volontario, ed altri erano usciti con Garibaldi.