Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
ricostituzione del vecchio regime — attentati settarii | 23 |
favorì l’agricoltura, com’era possibile, bandendo concorsi e premiando piantagioni, e fu stimato per la sua probità e semplicità di costumi. Abitava in un piccolo quartiere in via del Pozzetto, ed era suo amico indivisibile quell’avvocato Pulieri, del quale si è discorso, e che con lui rivaleggiava nella bassezza della statura. Il Iacobini protesse due nipoti, Ludovico, che fu nunzio a Vienna e morì segretario di Stato di Leone XIII nel 1887, e Mario, soprannominato la serratura del portafoglio perchè seguiva sempre lo zio, e sposò poi la bellissima Diomira Poggi. Gli fu rimproverato di aver nominato sensali patentati alcuni noti bagherini, quasi riabilitandoli. Peccati veniali! La sua maggior lode può compendiarsi nella risposta, che alla sua morte Pasquino dette a Marforio: — Perchè è morto? — chiese Marforio. — Sfido — rispose Pasquino, — non mangiava! — con chiara allusione alle abitudini parsimoniose del ministro, e alla sua integrità. Al Iacobini, che morì nel 1854, successe un prelato, monsignor Milesi Ferretti, congiunto di Pio IX. La laicizzazione se ne andava in fumo, anche per ministeri essenzialmente profani; e dopo la morte del Farina, anche il ministero delle armi fu affidato ad un prelato straniero.
*
Monsignor Savelli fu il solo ecclesiastico del primo ministero della restaurazione, ma aveva il dicastero più importante, quello dell’interno e della polizia. Era corso, e soprannominato monsignor Bull-dog per la sua faccia somigliante ai cani di quella razza. Era uomo cui piaceva la vita, non seminata di triboli. La sua intimità con i coniugi Leoni, che abitavano al Belvedere della villa Corsini, dove monsignore si recava molto di frequente, fu origine di molte dicerie. Il Leoni era occupato tutto il giorno al suo banco lotto in via di Sant’Eustachio, banco che ornava in maniera vistosa, per chiamare la gente a giuocare. Il Savelli era il solo dei ministri che avesse potere. Dipendendo da lui la polizia, non erano infrequenti le occasioni per dimostrare il suo rigore, come avvenne nelle ordinanze per il carnevale. Ripetuti i divieti circa i pubblici spettacoli e le