Insorge Bologna. - Altre insurrezioni. - I casi di Perugia.
Sommario: Dopo Magenta non si dubita più dell’insurrezione. — Partono gli austriaci da Bologna la notte del12 giugno. — La città insorge. — La relazione della Magistratura al Consiglio municipale. — Come era formata la Magistratura in Bologna. — Il manifesto del giorno 12. — Ceneri, Sassoli e Malvezzi. — Vaniloqui del Corpo municipale. — Il governo provvisorio invita il Montanari a recarsi a Bologna. — Insurrezione di Ravenna. — Arrivo improvviso degli austriaci reduci da Ancona. — Si rimettono le bandiere pontificie, e la Giunta di governo si allontana. — Tatto e coraggio del conte Pasolini. — Passati gli austriaci, insorge Cesena. — Le insurrezioni non si contano più. — Lo Stato è in fiamme. — Ultima a insorgere è Ferrara. — Dal 12 al 21 giugno il governo del Papa cessa di esistere nelle Legazioni. — Tentativi di rivolta nelle Marche. — Sono repressi. — L’esercito della Lega. — Garibaldi ne ha il comando in secondo. — Vuol passare la Cattolica. — È costretto a dimettersi. — Suoi sdegni e proclami. — Insurrezione di Perugia. — Il marchese Gualterio e Cesare Mazzoni. — Si chiede l’aiuto del Mezzacapo. — Vuole ordini in iscritto. — Senza aiuti e senza armi, Perugia non resiste. — Particolari inediti. — I ricordi di Cesare Leonardi. — Una lettera del generale Cerroti. — Giuseppe Bertanzi smentisce le asserzioni di Gregorovius.
Si può immaginare con quanta pubblica letizia si apprendesse a Bologna, nella giornata del 5 giugno, che gli austriaci, battuti a Magenta il giorno innanzi, si erano ritirati a Milano, e si seppe che nella capitale lombarda erano entrati il giorno 8, tra acclamazioni frenetiche, Napoleone III e Vittorio Emanuele, e che, in quel dì stesso, la duchessa di Parma aveva lasciata la città, conferendo al municipio il governo del Ducato, e sciogliendo le truppe dal giuramento. Le grandi notizie si succedevano con fulminea rapidità: in pochi giorni gli austriaci ritirati sul Mincio, e la Lombardia libera. La mattina degli 11 parti il duca di Modena, conducendo seco l’intero battaglione estense oltre Po.
Non vi fu più dubbio, che la guarnigione austriaca avrebbe abbandonato Bologna, Ancona e Ferrara. A Bologna il fermento popolare era grandissimo. I liberali erano concordi nel pensiero