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alla vigilia della guerra, ecc. | 349 |
privo di destrezza, e di cui Vittorio Fiorini raccolse curiose notizie1. Il Piemonte, e il nome di Cavour esercitavano un gran fascino sui patrizi bolognesi. In quell’anno stesso a Giuseppe Massari e ad Angelo Fava, ch’erano a Torino, il Minghetti presentava lo stesso conte Malvezzi, che conduceva in Piemonte i suoi figli per farveli educare. Nell’interessante diario del Massari, raccolto e riordinato dal mio amico Giovanni Beltrani, si legge:
9 agosto 1858. — Alle 10.30 faccio la conoscenza del conte e della contessa Malvezzi, gentili bolognesi, che mi sono indirizzati dall’amico Minghetti. Vengono qui per trovare un buon collegio, dove collocare in educazione i loro figlioli. Parliamo molto dell’educazione odierna e delle difficoltà che s’incontrano per darne una come va. Lamentiamo il brutto vezzo della gioventù attuale, che a venti anni si dice già blasée. A Bologna, sotto questo riflesso, le cose non vanno meglio che altrove.
Di quei famosi salotti, nei quali si era venuta maturando l’evoluzione politica, è da ricordare principalmente quello di casa Gozzadini, dove l’amabilità e la grazia della contessa Teresa Serego Allighieri erano soltanto superate dalle sue doti di mente e di animo; quel salotto, che non ebbe nulla di frivolo, e nei cui ricevimenti della domenica, in città, e poi alla villa di Ronzano, conveniva quanto Bologna contava di più illustre nelle lettere, nelle scienze e nelle arti. In un interessante, ma alquanto farraginoso volume anonimo, pubblicato nel 1884, e preceduto da una mirabile prefazione del Carducci2, è narrata la vita di questa donna, che fu uno degli spiriti più eletti ed illuminati del suo tempo, e nelle linee dei cui angoli frontali, parve allo stesso Carducci di aver ravvisato i tratti del viso di Dante. Nel libro sono ricordati i personaggi, che frequentavano quel salotto. E non meno signorili e intellettuali erano i ricevimenti di casa Malvezzi, di casa Tanari, di casa Tattini,