Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
primi mesi del 1859 a roma — condizioni generali dello stato | 333 |
a preferenza, delle Marche e dell’Umbria, vi era un determinato numero di personaggi, posti per comune consenso in una condizione, se non interamente di favore, di più alta considerazione sociale. Portavano titoli quasi tutti, ma non tutti erano ricchi; venivano adoperati nei governi locali, municipi, opere pie, e casse di risparmio, e anche come governatori e delegati, se non destavano sospetti politici.
*
L’Appennino centrale forma, di qua e di là dai suoi versanti, valli innumerevoli, con alterne catene e contrafforti in tutt’i sensi, e di ogni formazione geologica, donde scaturiscono i numerosi corsi d’acqua, i quali, o con breve e torrenziale cammino vanno a morire nell’Adriatico, o scendono, per vie diverse, al Tevere. La viabilità delle montagne allora quasi non esisteva. Agli storici valichi dell’Appennino centrale, per la Scheggia e la Montagna Rossa, attraversando il Furlo, e al passo di Colfiorito, per scendere nella bassa Marca, si era aggiunto, nel 1830, quello di Bocca Trabaria o delle Sette Valli, a mille e più metri sul mare, costruito dai due Stati, per congiungere l’alta valle del Tevere e una parte della Toscana alla Marca di Pesaro, anzi, come si disse, Livorno con Ancona. Valico ardimentoso, dove si scopre tanta bellezza di paese, dall’Alvernia alla Falterona e al Subasio. Nè d’allora fino al 1860 fu aperto altro valico. Le Legazioni, le Marche e l’Umbria, pur avendo una rete stradale propria, erano mal congiunte fra loro, e separate da Roma da una geografia alpestre. Vivevano vita locale con le loro frequenti feste religiose, i più frequenti mercati, e fiere, e traffici propri, immagine di piccolo cabotaggio terrestre.
Nell’agricoltura delle tre regioni era in prevalenza la mezzadria, e le condizioni dei lavoratori erano soddisfacenti nel Bolognese, nel Ferrarese, nella Marca Marittima, e discrete nell’alta Umbria. Il bestiame da lavoro non mancava. Si solcava la terra con aratri imperfetti sì, perchè la meccanica agricola non era quella di oggi, ma tirati da tre e quattro coppie di buoi, e si perfezionava il lavoro con la vanga, che ha la punta d’oro, come dicono i contadini in quelle parti. Ma appena sulle