Pagina:De Cesare - Roma e lo Stato del Papa I.djvu/336

318 capitolo xvii.

CAPITOLO XVII.

Primi mesi del 1859 a Roma. - Condizioni generali dello Stato.



Sommario: L’anno 1859. — Il principe di Galles a Roma. — Alloggia alle Isole Britanniche. — Il principe si dà bel tempo. — Arrivo di Massimo d’Azeglio. — Rivede i suoi amici. — Il marchese Cesare Alfieri e il marchese Gustavo di Cavour. — Un’udienza accordata ed una rifiutata. — Torna il granduca di Toscana. — Il Re e la Regina di Prussia. — Altri principi tedeschi. — Ballo del generale Goyon. — Maria Cristina di Spagna. — Feste e ricevimenti. — Acquista il palazzo Albani per sua figlia. — Si avvicendano le feste alle ambasciate. — Gli ambasciatori d’Austria e di Francia. — Desolanti notizie circa la salute del re di Napoli. — Matrimonio di donna Ersilia Caetani col conte Giacomo Lovatelli. — Il conte Luigi Mastai sposa donna Teresa del Drago. — La principessa Vogorides. — Le condizioni dello Stato del Papa nell’anno 1859. — Un confronto fra i bilanci. — La piaga del contrabbando. — La fiera di Senigallia e i porti franchi di Ancona e Civitavecchia. — La popolazione dello Stato. — Le varie cause dell’impoverimento. — Difetto d’industrie. — Frequenti carestie. — I Monti frumentari. — Di qua e di là dall’Appennino. — Differenze di razza, di tendenze e di economia. — I valichi insufficienti. — Rassegnazione delle popolazioni campagnole. — I bilanci delle principali città. — Alcuni confronti. — Circoscrizione ecclesiastica immutata. — Società di mutuo soccorso e casse di risparmio. — ll governo le favoriva. — L’investimento dei risparmi. — Prudenza e onestà. — Altri confronti. — Non vi erano società d’assicurazione. — L’assicurazione ritenuta superflua. — La Venezia penetra in Roma non prima del 1863. — Magagne degli ebrei convertiti. — La marina mercantile. — Sull’Adriatico e sul Mediterraneo. — Allora ed oggi.


L’anno 1859 fu davvero uno dei più brillanti della società romana, anzi addirittura il più brillante del ventennio. Si sentiva nell’aria qualche cosa, che prometteva tempi migliori, e le famose parole rivolte dall’imperatore Napoleone il primo giorno di quell’anno all’ambasciatore d’Austria avevano messo la febbre addosso ai vecchi liberali, e maggiormente accesi i giovani. Il governo rivelò da principio una bonaria tolleranza. Nel carnevale fu nuovamente permessa la maschera, proibita dopo la restaurazione, e che solo per tre giorni era stata ripristinata l’anno prima. Molti regnanti e principi ereditari si eran data la posta