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314 capitolo xvi.

giche della coltissima Caterina Scarpellini, che pubblicava, alla sua volta, a grandi intervalli, una corrispondenza scientifica, dedicata, quasi esclusivamente, agli studi di meteorologia. L’omeopatia aveva una piccola rivista, diretta dal dottor Pompil); e l’abate Paolo Armellini, antico allievo della scuola politecnica di Parigi, pubblicava una Cronichetta mensuale delle più importanti scoperte nelle scienze naturali.

Fra i giornali letterari contava come il più accreditato, ed era certo il più antico, l’Album, che cominciò le sue pubblicazioni nel 1838, e le chiuse dopo il 1860. Era settimanale ed illustrato, e le sue illustrazioni, dovute ad artisti valorosi, come il Cerroni, il Cottafavi, il Della Longa e il Palmucci, non senza pregio. L’ Album era diretto dal cavalier Giovanni De Angelis, e aveva per collaboratori il padre Angelini, gesuita, il professor Salvatore Betti, il colonnello Cialdi, il marchese Eroli, Cesare Cantù, il padre Checucci, il professor Mercuri, Pietro Visconti e due signore, la Scarpellini e la contessa Enrica Orfei Dionigi. Gli uffici dell’ Album erano in piazza di San Carlo al Corso, in un gabinetto di lettura, dove s’incontravano, oltre gli scrittori di quel giornale, professori, artisti e letterati. L’abbonamento costava uno scudo al mese, prezzo abbastanza caro, e per quindici giorni, sessanta baiocchi. Il giornale letterario, scritto da Giuseppe Checchetelli e Ottavio Gigli, dal titolo Il Tiberino, nel quale Oreste Raggi aveva dottamente polemizzato coi due direttori circa il grecismo del Canova, non rinacque dopo il 1848. Quella polemica era stata vivacissima, e i polemisti, persone colte e garbate, se ne ricordavano nell’esilio a Firenze. C’era pure un Giornale Arcadico di scienze, lettere ed arti, diretto nominalmente dal principe Pietro Odescalchi, e nel quale scrivevano dotti articoli il Visconti, il padre Secchi, Paolo Volpicelli, Ignazio Calandrelli e il professore Barnaba Tortolini. Un buon giornale di arti e di lettere era il Buonarroti, fondato da Benvenuto Gasparoni, e continuato da Enrico Narducci; e infine l’ Eptacordo, giornale di belle arti e teatri.

I giornali religiosi erano parecchi. Ricordo la Vergine, pubblicazione settimanale delle glorie della Madre di Dio, che aveva per collaboratori, fra gli altri, l’abate Agostino Bartolini e Luigi Tripepi, allora oscuro chierico calabrese, ed oggi cardinale. Questo