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teatri, giornali e strenne 313

gendolo «mite, pacifico cittadino e onesto impiegato». Quei giornali avevano dipinto con colori oscuri il cancelliere della sacra Consulta, e affermato che egli fosse caduto vittima dei suoi furori reazionari. Tali polemiche non erano frequenti, perchè il governo del Papa era più filosofo del governo di Napoli innanzi agli attacchi della stampa liberale, piemontese e straniera, nè commise mai l’errore di assoldare avventurieri, o incaricare impiegati di scendere in lizza a duellare con gli accusatori, come accadde nel regno, dopo le lettere di Gladstone a lord Aberdeen, e le critiche di Antonio Scialoja, esule a Torino, contro le finanze napoletane. Il governo pontificio non ebbe mai di queste ingenuità; le confutazioni erano fatte dalla Civiltà Cattolica, e qualche volta dal pergamo. Il padre Curci dimostrò in una serie di sermoni polemici, nella chiesa del Gesù, che le virtù teologali erano cinque, e la quinta era odio ai liberali, odio senza tregua.


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Negli ultimi venti anni non videro la luce che giornali letterari, tecnici e religiosi. Nessuna effemeride politica, tranne la Civiltà Cattolica, vivace e polemica più che mai; la Correspondance de Rome, che si stampava nella tipografia della Camera apostolica, e sì pubblicava ogni settimana, organo del partito legittimista di Francia, e negli ultimi anni, l’Osservatore Romano. Di giornali giuridici, v’era la «Raccolta di regiudicate romane e straniere» diretta da B. Belli ed Enrico Sinimberghi, e si deve a quest’ultimo la raccolta delle leggi, regolamenti e ordinanze dell’ultima Repubblica. Si pubblicava quando c’era materiale, e portava il titolo pomposo di Giornale del fôro, così come la piccola rivista di medicina, diretta dal prof. Scalzi, si chiamava Giornale medico di Roma. Un buon periodico tecnico settimanale vide la luce il 22 giugno 1857, dal titolo: Giornale delle strade ferrate, diretto da Luigi Manzi, concessionario, come si sa, delle due linee Roma-Civitavecchia e Roma-Ancona-Bologna; e poi da Ferdinando Santini. Era ben fatto, con notizie commerciali, di borsa e di ferrovia, ed articoli scientifici non senza valore, scritti da Camillo Ravioli, Angelo Vescovali e Tito Armellini, e le interessanti osservazioni meteorolo-