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310 | capitolo xvi. |
E rappresentandosi al Metastasio lo scherzo in musica: Chi la dura, vince, al duetto:
O povero Giovanni, |
applausi fragorosi scoppiarono da ogni parte. Non bisogna dimenticare che Pio IX si chiamava Giovanni. La polizia non permise più l’opera. E fu sul punto di proibire il Trovatore, perchè una sera, quando i guerrieri del conte di Luna cantavano di voler piantare la bandiera di quei merli sull’alto, si gridò: Gaeta! Gaeta! Non fu più permessa la Traviata, perchè alle parole: La tisi non le accorda che poche ore di vita scoppiavano urli e battimani.
La revisione si abbandonava ad eccessi veramente ridicoli. Fu mutato il nome del gran ballo Bianchi e neri in Giorgio il nero; e nonostante, continuando le dimostrazioni nel momento che gli schiavi buttavano il collare della servitù, il ballo fu proibito. S’inventò il modo di far disertare i festini del Tordinona, perchè sul più bello vi si spargeva, da invisibili mani, la polvere di euforbio, e ad un tratto tutti tossivano e starnutivano, e molti erano costretti ad andar fuori a prender aria. Una sera, al Valle, un attore dovè dire in una commedia: ma che volete mai sperare da un uomo che si chiama Giovanni? Gli applausi vennero giù a scrosci; e così all’Argentina, alla rappresentazione della Muta di Portici dell’Auber, benchè mutilata e ribattezzata col nome di Pescatore di Brindisi. Il Birraio di Preston fu mutato in Liquorista di Preston; e nella traduzione della Diana De Lys si soppressero le parole: ordinate i cavalli, perchè, osservò il censore, non si ordinano che i preti. Questo fu notato dall’About, il quale, nonostante la superficialità e non poche inesattezze, ha pagine esatte ed argute nel suo libro1. Ma una miniera di scempiaggini è rimasta nella memoria dei contemporanei. Ai noti versi della Lucrezia Borgia:
Non sempre chiusa ai popoli |
si sostituirono questi altri:
Non sempre fra le nuvole |
- ↑ Roma contemporanea. Milano, Colombo, 1861.