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teatri, giornali e strenne | 309 |
colo morì sul nascere, e il teatro venne riaperto alcune sere dopo, in seguito a dichiarazioni di civismo fatte dal Pulcinella, dagli altri attori e dall’impresario. Ricordo di avere assistito alla gazzarra di quella sera. Era notorio che doveva avvenire quel che avvenne, ma la questura lasciò fare.
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I teatri divennero nel 1859 e nel 1860 il maggiore e genial campo di dimostrazioni patriottiche. La sera del 27 novembre 1860, essendovi al teatro Alibert la beneficiata di un attore chiamato Savoia, il pubblico numeroso si die’ a urlare: Viva Savoia! mentre una pioggia di cartellini tricolori cadeva dal lubbione. Alle grida di Viva Savoia si univano quelle di Viva l’Italia, viva Vittorio Emanuele in Campidoglio. Allo stesso teatro, dove si entrava con pochi baiocchi, e vi accorrevano studenti e artisti a preferenza, si rappresentava un’altra sera la farsa: Gl’innamorati per andare in carcere. Erano tre o quattro giovanotti, i quali, innamorati della figlia del carceriere, ricorrevano ad ogni sorta di stranezze per andare in gattabuia. Insultavano la gente nelle strade, ma nessuno si risentiva; somministravano pugni sul volto di un vecchio, e questi li ringraziava perchè gli era caduto un dente, che lo faceva soffrire; tirarono un colpo di pistola al primo passante e l’uccisero. La polizia accorse; essi dichiararono di essere gli autori dell’omicidio; ma, osservato il cadavere, fu riconosciuto per quello di un famoso bandito, ricercato dal governo, e perciò gli uccisori furono ringraziati e gratificati di cento scudi. Questi poveri innamorati, non sapendo più a qual santo ricorrere, chiesero al pubblico che cosa potessero più fare per andar in carcere, e allora uno gridò dal lubbione: ce vo’ poco, gridate viva Vittorio Emanuele, e per poco non cascò il teatro dagli applausi.
All’Argentina, il Pulcinella doveva in una commedia uccidere un porco, e chiedeva se dovesse essere bianco o nero, e tutti gridarono: Nero! Nero! Pulcinella fu arrestato. Non vennero permessi i Foscari, per l’ultima scena:
Cedi, cedi, rinunzia al poter!