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CAPITOLO XVI.
Teatri, giornali e strenne.
Sommario: Dal 26 dicembre al martedì avanti le Ceneri. — Il teatro Apollo e l’impresario Iacovacci. — Alcuni ricordi di costumi teatrali di altri tempi. — Il teatro Apollo e l’inondazione del Tevere. — Gendarmi e vigili fanno il servizio interno. — Le barcacce. — La fossa dei leoni e la bagnarola di Susanna. — La gerarchia nel teatro. — I veglioni. — Il colonnello Nardoni intrigato da una maschera. — I prezzi dei biglietti. — La prima rappresentazione del Ballo in maschera. — Verdi a Roma. — I censori pontifici più ragionevoli dei censori di Napoli. — L’esecuzione della nuova musica — La Julienne Dejean, Fraschini e Gilardoni. — Giudizi sull’opera. — La lettera di un superstite professore d’orchestra. — Aneddoti su Verdi e la Julienne — Il teatro Valle. — La Ristori e Salvini. — Don Bartolomeo Ruspoli siede a disagio sui banchi della platea. — Il Valle non aveva abbonati. — Le varie compagnie. — Al Corea e al Metastasio. — Vitale e Baracchini. — Il teatro dialettale via via sparisce. — Petito a Roma. — Dimostrazioni politiche. — Che volete sperare da un uomo che sì chiama Giovanni? — Scempiaggini della censura. — I giornali. — Il Giornale di Roma solo quotidiano. — Come era fatto. — Come annunziò la morte di Spontini. — Altri particolari. — Polemiche coi giornali piemontesi. — La quinta virtù teologale è l’odio ai liberali. — Giornale medico e Giornale delle strade ferrate. — L’omeopatia aveva una rivista. — L’ Album e il Tiberino. — Il Bonarroti e l’ Eptacordo. — I loro collaboratori. — Giornali religiosi. — La Vergine, il Divin Salvatore e il Veridico. — Giornalisti profani e sacri. — Le strenne. — Paolo Emilio Castagnola e Giovanni Torlonia. — Gli scrittori assidui delle strenne. — Così son giunto al diciottesim’anno! — Saggi di versi. — Un inno ad Emma Gaggiotti. — I fiori della campagna romana. — La censura non risparmia le strenne.
Con la stagione del carnevale, che cominciava il 26 dicembre, e terminava il martedì innanzi le Ceneri, si apriva la vita dei teatri. Vi era spettacolo tutte le sere, tranne i venerdì, e il primo e il due febbraio, vigilia e festa della Purificazione. Il gran teatro dell’opera era il Tordinona, o teatro di Apollo, da gareggiare, non per ampiezza o bellezza e assai meno per comodo, ma per tradizione d’arte, con i maggiori d’Europa. Sul