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ratto del fanciullo mortara -— gli ebrei a roma | 281 |
collegio lateranense di Alatri. Si recò colà con sua moglie, ma appena l’ebbero riveduto, dovettero fuggire, per sottrarsi all’ira del contadiname, al quale si era dato a credere, che quei due ebrei erano colà andati per uccidere il figliuolo, divenuto cristiano. Dopo infinite traversie, indicibili amarezze, e non pochi danni economici, i Mortara ripararono a Torino. Il sor Momel morì nel 1871; e dei vari fratelli di Edgardo, sopravvive, fra gli altri, Augusto, ispettore generale nel ministero del tesoro, amico mio, al quale devo parte di queste notizie.
Nel mondo israelita di Europa si sollevò un’agitazione, che mai la più viva. Le comunità di Piemonte, e con esse i concistori di Inghilterra e di Francia, protestarono fieramente: quest’ultimo ricorse all’imperatore Napoleone; l’Alleanza israelitica universale mandò un eloquente indirizzo al Papa, che si chiudeva con le parole «rendete, Santo Padre, la pace e la felicità ai parenti del giovane Mortara, e la sicurezza a tutti quelli, che il ratto di questo fanciullo ha gettato nelle inquietudini e nella diffidenza». L’Imperatore tornò a insistere per ottenere che il ragazzo fosse restituito alla famiglia; ma, o per insipienza della sua diplomazia a Roma, o perchè c’era di mezzo il Sant’uffizio, nulla si ottenne. I giornali cattolici d’Italia e di Francia sostenevano, con estrema violenza, la prevalenza del diritto della Chiesa su quello della patria potestà, in ordine ai figli impuberi di genitori israeliti, battezzati senza il consenso di questi; e i giornali liberali dimostravano quanto fosse falsa questa dottrina, e quanto stridente e grossolana la contraddizione sorgente dai due battesimi, cioè quello della fantesca, e l’altro dei Catecumeni. Se infatti il primo era ritenuto dalla Chiesa così rigorosamente valido, da autorizzare il rapimento, perchè si credette necessario il secondo battesimo? La duplicità del battesimo, esclusa, perchè fu invece applicata nel caso Mortara? Pio IX non poteva in cuor suo non essere inquieto di quel nuovo incidente, che sollevava innanzi al mondo nuove ondate di accuse contro lui e il suo governo, alle quali aggiungeva alimento l’aspra e mal giustificata polemica, accesasi nei fogli clericali e ultramontani. La contesa si fece aspra, e il Papa, permaloso e impulsivo, attribuendo tutto quel chiasso al Piemonte, e ai liberali di Bologna, di cui il viaggio dell’anno precedente non gli su-