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ratto del fanciullo mortara -— gli ebrei a roma 279

mata l’Annina, e che per cinque anni fu al servizio di quella casa. Avvenne che il piccolo Edgardo, ad undici mesi, s’infermasse a morte; e l’Annina, vinta dagli scrupoli, e all’insaputa dei genitori, si avvisasse di somministrargli il battesimo con acqua comune, credendo di compiere opera meritoria.

Una duplice versione corse intorno al fatto. Alcuni dissero che la giovane domestica avesse obbedito ai suggerimenti d’una vecchia, solita a bazzicare in casa Mortara, e dalla quale sarebbe stata poi confidata la cosa ad un tal Lepori, droghiere del vicinato. Altri dissero, che la vecchia avesse invece suggerito all’Annina di dare il battesimo ad un altro figliuolino del sor Momel, colpito anch’egli da mortale malattia, alla quale poi soccombette, e che la giovane domestica si fosse mostrata restia al consiglio, dichiarando di aver già qualche anno prima battezzato, nelle stesse condizioni, il piccolo Edgardo, e di non volere assumersi altre responsabilità verso i genitori del morente bambino. In tal modo sarebbe la vecchia venuta in possesso del segreto, del quale si fece poi rivelatrice al Lepori. Malauguratamente era giunto in quel tempo a Bologna il nuovo arcivescovo Viale-Prelà, succedendo a quell’ottimo cardinale Opizzoni, morto quasi novantenne, e generalmente rimpianto. Il nuovo pastore portò nella diocesi bolognese una così esagerata nota di fanatismo, da far quasi rivivere i tempi della Inquisizione, e trovò un accanito cooperatore nel padre domenicano Feletti, inquisitore della Curia. Narra a tal proposito il Testoni1, che la furia inquisitrice del nuovo arcivescovo arrivò al punto, che, nei giorni di venerdì e sabato, erano mandati, nelle case sospette, degli speciali incaricati ad osservare se vi si cuocesse la carne. Il Feletti esercitava anche la censura teatrale, ed avea per compagno quel monsignor Golfieri, tipo caratteristico e faceto della Bologna di allora; onde fra i due non è da maravigliare se, in tal genere, si verificassero, anche nella città d’Irnerio, le memori stranezze di Roma e di Napoli, e delle quali era vittima, a preferenza, il teatro dialettale di Persuttino.

In tale ambiente era fatale che la folgore scoppiasse in casa Mortara. Il padre Feletti, informato dal Lepori della faccenda

  1. Alfredo Testoni, Bologna che scompare, con illustrazioni. 1905.