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viaggio del papa nelle provincie 259

quasi tutte le città principali, la visita pontificia fu accompagnata da piccoli atti di beneficenza, che compivano i municipî sui propri fondi. |

Le notizie della visita a Cesena sono riportate nelle cronache manoscritte, che si conservano in quella biblioteca comunale, dal titolo: Giornale di fatti î più memorabili, accaduti in Cesena ed altrove, e che hanno relazione con questa città, raccolti dal sacerdote Gioacchino canonico Sassi di detta città, dall’anno 1856 all’anno 1860. Sono undici volumi. Dalla pagina cento alla pagina centoventuno si leggono i ragguagli circa l’arrivo del Papa, il suo alloggio nel sontuoso appartamento dell’episcopio, messo a sua disposizione dal vescovo Orfei, le visite fatte al municipio e ai conventi, i doni, le largizioni, e le decorazioni concesse. Vi sono registrate delle piccinerie: il Santo Padre, scrive il Sassi, nell’ammettere poi al bacio del piede le alunne Esposte, si è compiaciuto d’interrogare sulla dottrina cristiana una putta di anni 8 circa, per nome Ellena (sic), appartenente al suddetto conservatorio, e chiestile i comandamenti di Dio ed i sacramenti, e la putta senza punto scoraggiarsi ha risposto sì bene, che il Papa tutto lieto, l’ha regalata di un suo ritrattino d’argento, coniato nell’anno presente. E ancora: in tutto il tempo che il Santo Padre si è trattenuto in fra noi, ad ogni quarto d’ora, è stato sempre sparato un colpo di mortaro. E così la cronaca sassiana s’indugia nei più minuti particolari sino alla benedizione, data dalla terrazza del palazzo comunale, nella storica rocca malatestiana.

Alle onoranze in Romagna diedero largo contributo le muse. Nello stesso archivio di Cesena esiste un curioso volume dal titolo: Alla Santità di Nostro Signore Pio P. IX, felicemente regnante, nel suo passaggio per Cesena, îl magistrato della città, interprete della pubblica letizia riverente consacra1. Esso contiene sonetti, stanze, versioni libere dal canto di Zaccaria, inni latini e italiani, epigrafi, odi ed epigrammi, materiati tutti da una suprema adulazione, perchè nulla di particolare aveva fatto Pio IX per quella città. I vati, che sperarono di eternare i loro nomi, erano quasi tutti ecclesiastici, tre dei quali divennero poi

  1. Cesena, dai tipi G. C. Biagini, 1857.