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diplomazia e congresso di parigi 247

rivelò che non gli era estranea la relazione di Cavour all’Imperatore, nè il promemoria del Gualterio, nè le lettere di Gladstone, ed osservò che trascurare di occuparsi delle varie cause di malcontento, nelle condizioni dell’Italia, era esporsi a lavorare a profitto della rivoluzione. Il ritiro delle truppe straniere dallo Stato del Papa doveva combinarsi, egli disse, con la secolarizzazione del governo, e con un sistema amministrativo in armonia con lo spirito del secolo.

Per Napoli, nell’interesse del principio monarchico, chiese riforme, e un’amnistia in favore dei condannati politici, detenuti senza processo. Cavour parve maliziosamente più moderato: egli disse, secondo è riferito nel protocollo:


L’occupation des États-Romains par les troupes Autrichiennes prend tous les jours davantage un caractère permanent: qu’elle dure depuis sept ans, et que, cependant, on n’aperçoit aucun indice qui puisse faire supposer qu’elle cessera dans un avenir plus ou moins prochain; que les causes qui y ont donné lieu subsistent toujours; que l’état du pays qu’elles occupent ne s’est certes pas amélioré, et que, pour s’en convaincre, il suffit de remarquer que l’Autriche se croit dans la nécessité de maintenir dans toute sa rigueur l’état de siège à Bologne, bien qu’il date de l’occupation elle-mème. Il fait remarquer que ia présence des troupes Autrichiennes dans la Légation et dans le Duché de Parme détruit l’équilibre politique en Italie, et constitue pour la Sardaigne un véritable danger. Les Plénipotentiaires de la Sardaigne, egli concluse, croient donc devoir signaler è l’attention de l’Europe un état de choses aussi anormal, que celui qui résulte de loccupation indéfinie d’une grande partie de l’Italie par les troupes Autrichiennes.


Nicomede Bianchinota conferma, che il protocollo di quella seduta non fece la genuina esposizione del tempestoso andamento della medesima; e «non essendo per anco giunto il tempo di levare tutto il velo che la coperse», pubblicò un lungo rapporto riservatissimo, che il ministro di Toscana, Nerli, inviava il 15 aprile di quell’anno al suo governo. Quel rapporto, le cui informazioni furono attinte all’ambasciata austriaca, riferisce molto di più di quanto non si legga nel protocollo, ma non tutto è esatto, come non è esatto, che Clarendon si fosse spinto a definire il governo pontificio une honte pour l’Europe. Di certo

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  1. Il Conte Camillo di Cavour. Documenti editi ed inediti, per Nicomede Bianchi. Torino, 1863.