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diplomazia e congresso di parigi 245
fatta in me da quella lettura. Suppongo che ‘in quel momento io faceva la parte della serva di Molière. Mi fece copiare anche questa seconda memoria, e fu dessa, non quella dell’Azeglio, che fu mandata per corriere al marchese di Villamarina e posta sotto gli occhi dell’imperatore Napoleone.

Questa relazione riassumeva in uno stile conciso ed efficace le condizioni politiche dell’Italia. La prevalenza dell’Austria in tutta la Penisola, sia per effetto del suo possesso del Lombardo-Veneto; sia delle sue occupazioni nello Stato del Papa, e a Piacenza; sia, infine, per quel legame di dipendenza degli Stati d’Italia all’impero, distruggendo l’equilibrio politico, costituiva un pericolo per il Piemonte e per la Francia; e perciò occorreva che l’occupazione cessasse, che fossero riconosciuti i vecchi diritti del Piemonte sul ducato di Parma, e che si rinforzasse il regno di Sardegna, come quello, che poteva rappresentare una forte barriera, in un probabile urto tra l’Austria e la Francia. La nota-verbale poi, che Cavour consegnò all’Imperatore ed ai rappresentanti di Francia e d’Inghilterra prima della seduta degli otto aprile, e che si disse redatta a Bologna dal Minghetti, dal Ranuzzi, dal Simonetti, secondo afferma Michelangelo Castelli1, il quale si era recato colà per incarico di Cavour, concerneva gli espedienti più pratici, per assicurare il benessere delle Legazioni, all’indomani di un possibile sgombero delle truppe austriache, accennandosi all’idea d’un vicariato da affidarsi al re di Sardegna. Il Nigra non lo esclude, ma ritiene che anche quella nota, sopra gli elementi raccolti a Bologna, e sopra altre informazioni date dal Minghetti a Cavour, in Parigi, dove lo chiamò, fosse stata scritta dallo stesso Cavour. È da ricordare che il Nigra era uno dei tre segretari di Cavour al Congresso di Parigi.


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Fu nella seduta degli otto aprile, penultima del Congresso, che il Walewski, d’ordine dell’Imperatore, aprì la discussione sulla quistione italiana. Bisogna premettere, per valutare tutta l’importanza della cosa, che la quistione italiana non entrava punto

  1. Ricordi di Michelangelo Castelli, 1847-1875, editi per cura di Luigi Chiala. Torino, Roux, 1888. I