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232 capitolo xiii.


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I rapporti con le corti italiane, tranne con la Sardegna, furono sempre cordiali; e con la Toscana cordialissimi, sino al punto che si rifece il concordato, furono sottoscritte convenzioni doganali, commerciali e ferroviarie; e di accordo, si cercò di stabilire una lega, o confederazione politica a comune difesa fra gli Stati della Penisola, eccetto, naturalmente, il Piemonte. Vi è un libro quasi ignoto, che getta molta luce su quegli avvenimenti; ed è il volume, che scrisse il Baldasseroni, ultimo presidente del Consiglio di Leopoldo II1. Si ha in esso la conferma ufficiale, che dopo la restaurazione dell’antico regime, per iniziativa del governo toscano, secondato dal pontificio, si tentò questa lega, prendendo occasione dalla conferenza, che si sarebbe tenuta a Roma nel primo semestre del 1851, fra i rappresentanti della Santa Sede, di Toscana, di Parma e di Modena, per «il negoziato della via ferrata centrale italiana», secondo la frase del Baldasseroni; e fra la Toscana e la Santa Sede, per definire il nuovo concordato, rimasto in sospeso dopo i casi del 1848. Ma cosa davvero impreveduta: nè l’Austria, nè Napoli fecero buon viso alla lega. L’Austria vi consentiva, ma ricusava di parteciparvi, e il governo di Napoli lasciò intendere, che fra Roma e gli altri Stati d’Italia non fosse possibile alcuna lega, o confederazione; rifiutò di mandare a Roma un rappresentante per prender parte alla conferenza, e respinse persino l’offerta che Napoli ne fosse la sede.

Il Baldasseroni rivela molti particolari; dice che i rappresentanti di Toscana, di Modena, e Parma si riunirono a Roma, sotto la presidenza del cardinale Antonelli, e stabilirono le basi della confederazione, e convennero sui modi di portarla ad effetto; ma si vide però», osserva, «che se almeno il regno di Napoli non prendeva parte alla lega, le sarebbe mancato il nerbo principale della forza necessaria a darle politica consistenza». E fu deciso di far nuove pratiche, intese a persuadere quel governo,

  1. Leopoldo II granduca di Toscana e i suoi tempi. Memorie del cavaliere Giov. Baldasseroni, già presidente del Consiglio dei ministri. Firenze, 1871.