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arte e artisti 227

San Salvatore in Lauro, che provvedeva alla cappella Vaticana; e quella di Santa Cecilia, al Ferro di cavallo a Ripetta, ma non da paragonarsi in nessun modo alla presente Santa Cecilia, una delle poche e ben riuscite istituzioni nuove di Roma.

Non vi era réclame per gli artisti, che quella delle commendatizie, e le maggiori eran fatte ai principi, ai dignitari della corte, ed ai principali albergatori, anzi erano questi, che collocavano il maggior numero di biglietti, anche per loro interesse, s’intende. Pubblico speciale quello dei concerti, che si distingueva particolarmente dall’aria rassegnata, più che da un sentimento di compiacenza, scoppiante in entusiasmo. Anche oggi, per questa parte, il mondo è cambiato. La sala Dante non c’è più. Per quanto fosse poco adatta, fredda d’inverno, ed anche buia, e avesse un ingresso impossibile, era nel centro della città; e in tanti anni, con tante nuove costruzioni, Roma non ha ancora sale da concerti, nè da accademie, nè da conferenze degne dei nuovi tempi, tranne forse quella di Santa Cecilia. Rimangono le vetuste sale del collegio Romano e del Nazzareno per le conferenze: sale fredde e nude, e con infissi da medio evo. È solo da sperare, che tal bisogno sia veramente soddisfatto dalla grande opera, che si compie per onorare Vittorio Emanuele in Roma.