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226 capitolo xii.

berté. Mes cheveux s’en hérissaient sur ma tête et ses opinions m’impressionnaient d’autant plus fortement que je le savais un homme parfait et attaché au devoir. E in’una lettera del marzo 1876, dopo la famosa crisi, la Wittgenstein scriveva alla Schorn: Mme Minghetti est plus belle que jamais: elle va à Bayreuth où vous la verrez. Minghetti s’est reliré avec beaucoup de dignité, après un très beau discours. Ils restent à Rome.

Il libro della Schorn si chiude con la morte dei due protagonisti. Liszt mori il 31 luglio 1886 a Bayreuth, presso sua figlia Cosima Wagner, un anno dopo Wagner; e la principessa non gli sopravvisse che otto mesi. Morì a Roma nel marzo del 1887, mentre faceva dei progetti di viaggio per l’estate. Fu assistita da sua figlia, e dalla sua intima amica, la principessa Giulia Orsini, alla quale confessò che le era dolce la morte, per unirsi a lui, e le affidò più di venti volumi stampati, da pubblicarsi non prima di venti anni dopo la morte. Sono studi morali, religiosi ed estetici, secondo mi assicura la principessa Orsini. Ella ed il Liszt s’erano fatto testamento scambievole, e fu lei l’erede universale del maestro, ma non pare che il Liszt lasciasse alcuna sostanza. La Wittgenstein fu sepolta nel cimitero teutonico a Santa Marta.


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Non paragonabili ai concerti del Liszt, ma interessantissimi per valore musicale, erano quelli, che nella sala Dante davano durante la quaresima, i maestri più celebri, italiani e stranieri. Ramaciotti, Sgambati, Furino e Pinelli avevano fondata la società del Quartetto, e i concerti da essa organizzati erano vere feste dell’arte, come quelli della Filarmonica romana, che avea la sua sede al palazzo Pamphyli in piazza Navona. Vennero a Roma in quegli anni parecchie celebrità musicali; e, fra gli altri, ebbero successi clamorosi il Rubinstein e il Thomas, arpista quest’ultimo della regina d’Inghilterra. Queste celebrità venivano a Roma a ricevere il battesimo dell’arte; e per quanto la società indigena non prendesse vera passione ai concerti, e il gran pubblico fosse formato da stranieri, soprattutto inglesi e tedeschi, bastavano poche principesse, qualche cardinale e alcuni monsignori, per dare questo battesimo. E poi vi era la scuola dei cantori di