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222 capitolo xii.

via del Babuino al n. 89, al terzo piano, quella stessa appartenuta all’architetto Valadier, che vi morì, come ricorda la lapide murata sul portone. Nel 1860 ella toccava i quarant’anni, nè poteva dirsi bella, ma era piacente e piena di charme. Non viveva che di Liszt e per Liszt. Leggeva e scriveva molto; col Visconti e col De Rossi visitava antichità, musei e gallerie; frequentava l’Università, e rimaneva lunghe ore a parlare coi professori; andava di rado a teatro, e solo all’Apollo quando il principe Torlonia le offriva il suo palco; preferiva assistere alle cerimonie religiose, e spesso rimaneva qualche settimana nei conventi di stretta clausura, avendone ottenuta particolare licenza dal Papa. Uscendone, rivelava con molto spirito la vita intima dei conventi. E quando, alla vigilia delle nozze, Liszt si chiuse in Vaticano, evidentemente per non più sposarla, ella seppe mostrarsi superiore alla sua disgrazia. L’ardore per il maestro non si spense, nonostante l’egoismo di lui; ne parlava infiammandosi, e qualche superstite lo ricorda. Fra i personaggi, che andavano da lei, era il cardinale Antonelli, non meno di due volte al mese. La principessa stette ventisette anni a Roma, senz’allontanarsene mai. In estate chiudeva ermeticamente la casa, e viveva nella più perfetta oscurità, con una sola candela accesa sopra una gran tavola, coperta di fiori, e dove leggeva, scriveva e faceva colazione. Riceveva gli amici, che andavano a trovarla, a lume di candela, e con queste parole: eh bien vous trouverez drôle ma manière de vivre; mais je me moque du soleil, cette grande source de chaleur. Ici je suis à Rocca di Papa. Finiva per ridere anche lei, avendo molto spirito, ovvero usciva in vettura poco prima, o dopo il tramonto del sole, passeggiando fuori le porte, perchè l’aria delle strade, ella diceva, era come quella d’un forno; o usciva anche più tardi col chiaro di luna, per visitare il Fôro, il Colosseo, il Campidoglio, la via Appia e gli acquedotti. Usciva quasi sempre sola, e scriveva alla sua amica Adelheid von Schorn: vous savez maintenani toute la beauté de ma solitude!


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Anche a Roma, dove dette vari concerti, Liszt si affermò inesauribile compositore di rapsodie, di sinfonie, di oratorii, di variazioni, ma soprattutto di rapsodie, essendo egli ungherese,