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arte e artisti | 217 |
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Le feste del carnevale avevano gli artisti per organizzatori e personaggi, e così pure la mascherata di Cervara. Dal 1849, cioè dal ritorno degli austriaci nel Lombardo-Veneto, non si era più celebrata la caratteristica mascherata, e solo fu ripresa nell’aprile del 1860, e con così grande solennità, che se ne volle perpetuare la memoria in una pergamena sottoscritta da quelli, che vi presero parte, e oggi posseduta dal Circolo degli artisti tedeschi. Com’è noto, la festa di Cervara era promossa da loro; e poichè in quegli anni il paese di Germania, ufficialmente più noto, era l’Austria, così, dopo la guerra del 1859, tornò la concordia tra gli artisti tedeschi e italiani in Roma, e Cervara servì da suggello. Bizzarro spettacolo, del quale i superstiti parlano con esaltazione! Tutta Roma corse a porta Maggiore a vedere il ritorno, ma la polizia impedì ai carri di varcare la porta, e gli artisti mascherati dovettero tornare a piedi. Francesco Iacovacci ricorda che, vestito da guerriero romano, percorse a piedi il lungo tratto da porta Maggiore a casa sua. La mascherata di Cervara è un’altra reminiscenza della vecchia Roma. Oggi la tenuta, dove erano le famose grotte, o cave di tufo, è attraversata dalla strada ferrata di Sulmona, e appartiene da più anni a Giuseppe Pinelli, che ne ha fatta una delle più fertili dell’agro. Allora apparteneva ai chierici di Santa Maria Maggiore. La descrizione degli antichi, caratteristici bagordi, rimane nei libri. Anche l’ordine cavalleresco del baiocco e del mezzo baiocco, di cui il Thorwaldsen si fregiava il petto, nelle grandi occasioni, e il re Luigi di Baviera chiese la concessione, dopo aver assistito ad una festa, è puro ricordo storico. Quest’ordine era concesso dai generali, comandanti la cavalleria, e la «somareria» di Cervara. La mascherata era militare, con armi di legno e lame di stagnola; s’interrogavano le streghe prima di mangiare e di bere, e prima di far ritorno in Roma; v’era una gerarchia, chiamata stato maggiore, e a capo di tutti, un generalissimo, che fu per molti anni Carlo Werner, padre del capitano dei corazzieri di re Umberto. Alla festa di Cervara non prendevano parte le donne; occorrendo rappresentare ninfe, sibille, odalische, o eroine dell’antichità, il sesso forte si camuffava da sesso debole, ed ogni