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CAPITOLO XII.

Arte e artisti.



Sommario: Gli artisti rappresentavano una nota allegra nella vita sociale. — Il caffè Greco e l’osteria di Zio. — L’istituto di belle arti e l’accademia di San Luca. — La scuola del nudo di Gigi. — Modello di Cristo in croce. — Alunni che divennero illustri. — Antonio Dal Zotto, Giulio Monteverde, Cesare Maccari e Giulio Cantalamessa. — Vertunni e Fortuny. — Bernardo Celentano e l’architetto Cipolla. — Arte industriale. — Commissioni più frequenti e meno retribuite. — Due commissioni al Celentano. — Tra Celentano e il cardinal Medici. — Il suo epistolario. — Muore dipingendo il Tasso. — È il maggior artista del tempo. — Vien sepolto a Sant’Onofrio. — Genio artistico del Fracassini e del Fortuny. — Formano col Celentano la triade dei pittori più famosi. — La scultura. — Adamo Tadolini e Pietro Tenerani. — Morte del Tenerani. — Sepolto in Santa Maria degli Angeli. — L’americano Story e l’inglese Gibson. — La contessa di Castiglione e i fratelli Caetani. — Il carnevale e gli artisti. — La festa di Cervara, sospesa per dieci anni, è ripresa nel 1859. — Ricordì umoristici. — Il 25 aprile 1857 a Sant’Onofrio. — Terzo anniversario della morte del Tasso. — Trasporto delle ceneri nell’arca del nuovo monumento. — Seduta all’accademia dei Quiriti. — Teresa Gnoli e Giannina Milli. — Il cardinale Gaude fa alla Milli una corte assidua. — Arrivo di Liszt nel 1861, e di Gounod nel 1869. — L’inno di Gounod per il Papa. — Amori di Liszt con la principessa di Wittgenstein — Loro tenero epistolario. — Pio IX nega il divorzio della principessa. — Muore il principe de Wittgenstein. — Sembrano prossime le nozze. — Liazt si chiude in Vaticano e prende gli ordini inferiori. — La principessa seguita ad amarlo. — Sua vita stravagante in Roma. — Benchè in abito ecclesiastico, Liszt ripiglia la vita mondana. — Si pubblica il suo carteggio con la De Wittgenstein. — Alcune lettere della principessa dopo il 1870. — Concerti musicali nella sala Dante. — La società del quartetto. — Mancanza di grandi sale per concerti.


Gli artisti formavano nella vita sociale di allora una classe affatto distinta, con una nota propria, schietta e geniale. Non c’erano circoli o clubs, e per una tradizione quasi secolare, si davano convegno al caffè Greco, in via Condotti, che era divenuto loro feudo e recapito, e campo chiuso delle loro dispute vivaci e iperboliche. Il caffè Greco, quasi a mezzo cammino tra via Margutta, sede degli studi e della scuola del nudo, e l’osteria