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4 | capitolo i. |
invocanti il bacio del piede. All’abbazia di Fossanuova visitò la cella dove morì san Tommaso, e s’inginocchiò innanzi al crocifisso, che parlò al filosofo. Pio IX viaggiava modestamente, senza gli scialacqui, che resero famoso il viaggio di Gregorio XVI a Terracina, sette anni innanzi. Di ricevimenti signorili, durante il viaggio, ve ne furono due soli: uno a Valmontone, dal principe don Filippo Doria; e l’altro a Velletri, dai Lancellotti. Il principe Doria fece le cose grandiosamente. Aveva fatto venire tutta la famiglia, e tra le molte decorazioni, ond’era insignito, aveva prescelto, per la circostanza, il gran cordone dei: Santi Maurizio e Lazzaro. Sotto Montefortino, oggi Artena, fu 08sequiato dai principi Borghese e Aldobrandini, e giunse la sera del 10 aprile a Velletri. Era stanco, e prese alloggio al palazzo della legazione, che l’anno prima aveva ospitato Ferdinando II e Garibaldi. Il dì seguente visitò chiese e conventi, parlò ai fedeli, ricevette il generale Achille Baraguay d’Hilliers, comandante l’esercito di spedizione nel Mediterraneo. Così era chiamato il comandante dell’armata di occupazione. Il generale Baraguay cumulava anche l’ufficio di ambasciatore di Francia. Era alto, secco e monco del braccio sinistro, perduto alla battaglia di Lipsia. I suoi aiutanti di campo, a farlo apposta, si chiamavano Dieu e Foi. Il Papa restituì la visita alla principessa Lancellotti, nel bel palazzo Ginnetti, rammentandole, graziosamente, la promessa fatta a Terracina, di ricambiarle la visita a Velletri.
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L’ultima tappa fu compiuta il 12 aprile, che cadeva di venerdì. Non vi mancò chi ne trasse triste oroscopo. Si partì alle otto, e ad Albano vi fu colazione, offerta dal cardinal Patrizi, che vi era vescovo. Avendo Pio IX chiesta una tazza di brodo, gli fu risposto che non ve ne era... perchè venerdi! Nè se l’ebbe a male, anzi, ridendo, se ne compiacque col rigoroso cardinale. Il seguito s’era fatto più numeroso per la gente accorsa da Roma. Genzano, dove si era trovato schierato uno squadrone di cacciatori d’Africa al comando del colonnello De Noüe, che assunse il servizio di scorta, era stata l’ultima tappa dello