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le strade ferrate 197

sere presi tra i sudditi pontifici, dietro l’approvazione del governo». Ma quante di queste condizioni furono osservate?

Le tariffe erano piuttosto miti, come si è veduto. Il prezzo del biglietto era chiamato, alla francese, «pedaggio» per i viaggiatori, e «trasporto» per le merci. Per ogni chilometro-viaggiatore, il prezzo era di un baiocco e cinque decimi in prima classe; in seconda, di un baiocco e tre decimi; e di otto decimi in terza. Pel trasporto del bestiame, il prezzo era più alto per i bovi, le vacche, i tori, i cavalli, che non pei montoni, le pecore e gli agnelli; pel pesce fresco, spedito con la velocità dei passeggeri, si pagava sei baiocchi per ogni tonnellata-chilometro; il prezzo per le merci era rappresentato dal valore intrinseco. Le tariffe erano comuni a tutte le linee, ed ogni viaggiatore poteva portar seco, in franchigia, un bagaglio non superiore ai quindici chilogrammi.

Le stazioni a Roma erano state avvedutamente poste in vari punti della città. Ogni linea ne aveva una: quella per Frascati, a porta Maggiore; quella per Civitavecchia, a porta Portese; per Ancona si sarebbe dovuto costruirla, secondo il contratto, a porta Angelica, sulla destra del Tevere; e quella di Ceprano era stata impiantata a Termini, nel punto dov’è oggi la dogana. Era un baraccone, cui si accedeva per mezzo di due scale esterne di legno; vi era annesso un buffet, di cui ottenne la concessione, come si è detto, Liberato Aureli, cameriere favorito del cardinale Antonelli. Quasi contemporaneamente però cominciarono i lavori della grande ed unica stazione presso villa Massimo, alle Terme, sotto la direzione dell’ingegnere Bianchi, e fu certo un errore, confinante con la stupidità, allacciare tutte le linee su in alto, prolungando le distanze, e obbligando viaggiatori e merci ad attraversare mezza Roma per raggiungere una contrada, che allora era in aperta campagna. Pur non prevedendosi, che Roma sarebbe divenuta la capitale d’Italia, era però facile prevedere che quell’unica stazione sarebbe stata, col tempo, insufficiente. Ma era fatale che in tutte quelle faccende il governo non avesse occhi per vedere!