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le strade ferrate 195

municazione coll’istmo di Suez. La costruzione di essa non vuolsi dunque più a lungo ritardare»1. Con ciò si sarebbe dovuto supporre che il governo napoletano avesse costruito la linea d’Abruzzo, data in concessione nel 1856 al barone de Riseis, mentre neppure un chilometro ne era stato costruito di là dal Tronto!

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Merita di esser riprodotto il primo articolo del capitolato per la Roma-Bologna. Nella prima parte di esso la società si obbligava di aprire l’intera linea, nel termine di dieci anni; e nella seconda era detto: «la strada ferrata muoverà da un punto posto sulla riva destra del Tevere, vicino alla porta Angelica; toccherà Orte e Terni; passerà il colle di Cerro; toccherà Foligno; varcherà l’Appennino al colle di Fossato; si avvicinerà a Fabriano, e si congiungerà, seguendo la valle dell’Esino, alla linea da Ancona a Bologna. La linea sarà divisa in tre sezioni: 1ª da Roma a Foligno; 2ª da Foligno ad Ancona; 3ª da Ancona a Bologna. I lavori si eseguiranno contestualmente nelle tre sezioni, ma si proseguiranno con forza maggiore in quella da Roma a Foligno». Tutto rivelava adunque che non vi erano progetti neppure di massima, ma solo linee tracciate sulla carta geografica! Avveniva per questo, che nel corso delle costruzioni si facessero gli studi, donde le non rare sorprese, non sempre piacevoli, e persino i tentativi di ricatti ai comuni per avvicinare le stazioni all’abitato. Il Lagout proponeva una modificazione di tracciato sul tratto Ancona-Fano, sostenendo che la società avrebbe risparmiato dieci milioni, che l’ingegnere pontifical riduceva a sei; ed altre economie derivava dalla costruzione dei ponti sul Metauro e sul Cesano. Ma nel fatto, queste economie dileguavano. I soli studi, davvero coscienziosi, furon i pochi eseguiti da un gruppo di giovani ingegneri romani, che lavoravano su quelle linee, e mi è grato, quanto doveroso ricordare, tra essi, Alessandro Viviani, morto di recente, che eseguì quelli del traforo dei Balduini; Raffaele Canevari, anch’egli vivamente compianto; il Cruciani-Alibrandi, oggi sena-

  1. Archivio Gerardi.