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192 capitolo xi.

compimento della Roma-Ceprano era stato preceduto da un avviso del Giornale di Roma del 24 novembre 1861, così concepito: «Siamo autorizzati a notificare che le vertenze sul collaudo della ferrovia da Roma a Ceprano sono state appianate, avendo il governo proposte tali condizioni e riserve, che la società non ha punto esitato ad accettarle con piena soddisfazione». Il ritardo nel compimento della linea non fu davvero l’infrazione più grave, quando si vogliano ricordare i conflitti ancora più vivaci fra società e governo, per le frequenti violazioni di capitolati e statuti. Però tutto era facilmente composto, perchè la società era in sostanza più forte del governo, anzi, era il governo stesso. Due fratelli del segretario di Stato, e lo scalco segreto del Papa e suo uomo di fiducia, il Filippani, erano consiglieri di amministrazione; uno dei principali appaltatori sulla linea Roma-Ceprano, e poi concessionario col Tommasini e Guerrini della linea Civitavecchia-Chiarone, era il Berardi, fratello del sostituto e intimo dell’Antonelli, e che fu poi cardinale e proministro dei lavori pubblici. La stessa impresa aveva inoltre ottenuto l’appalto della stazione centrale a Termini. E molti erano gl’interessi annodati dalla società coll’alta borghesia, mercè appalti, forniture e impieghi; onde non è da far le meraviglie, se essa facesse scarso conto di capitolati e statuti, così come scarsissimo conto faceva dei suoi azionisti. I ministri carteggiavano con lei in tono umile e remissivo. Trovo fra i documenti una lettera caratteristica del barone Costantini Baldini. In questa lettera, sottoscritta devotissimo «servitore e ministro emerito», il Baldini, lasciando il ministero, nel marzo del 1868, si credette in dovere di restituire alla società i fascicoli dei biglietti gratuiti non adoperati, dichiarando di averne fatto parco uso, benchè eccitato dalla stessa società a fare il contrario! Solo si scusava di aver concesso biglietti gratuiti di prima classe a persone di bassa condizione, «alle quali si eran date istruzioni di montare in seconda o in terza»; e chiedeva umilmente dei biglietti in bianco per sopperire «ai bisogni di famiglia, quali nella mia vasta amministrazione si verificano da un momento all’altro»1.


  1. Archivio Gerardi.