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182 | capitolo xi. |
sussidio, ed oltre a ciò, avendo costruito la stazione di Frascati in aperta campagna, fra vigne e canneti, trovò una rovinosa concorrenza nel traffico delle caratteristiche «barrozze», che seguitarono a portare in Roma il vino e l’olio del Tuscolo, come altresì nel non dismesso uso delle vetture e delle diligenze, trovando i viaggiatori più comodo, e anche più economico, partire dal centro di Roma, e smontare nel centro di Frascati. Altro errore fu questo. All’ingresso dell’abitato di quest’ultima città, la società mise su, con grossa spesa, un ampio e ricco locale, dotato di sale da ricevimento, da concerto e da giuoco, e di un piccolo teatro, nella lusinga che esso diventasse il convegno della Roma elegante. Ma, ad eccezione del corpo diplomatico, e neppur di tutto, il locale non ebbe frequentatori, e l’impresa falli.
Se la stazione dì Frascati fu costruita a tre chilometri dalle prime case, quella di Roma venne piantata fuori porta Maggiore, dove i viaggiatori eran condotti da un servizio di omnibus, in partenza da piazza Montecitorio. Per la incertezza di trovare a Frascati dei mezzi di trasporto, i gitanti erano mandati, specie nel tempo della villeggiatura, a rilevare con apposite vetture. La festa inaugurale, svoltasi in una canicolare giornata del luglio, fu preceduta da un solenne Te Deum, cantato dagli alunni di San Michele, e dalla pontificale benedizione del treno, impartita da monsignor Palermo. Nelle vetture, sfarzosamente decorate, presero posto, insieme ad ‘altri cospicui personaggi, i cardinali Antonelli, Cagiano, Altieri e Roberti, e il nuovo ministro dei lavori pubblici monsignor Milesi, col suo segretario Luigi Grifi. In tutti destò impressione la breve galleria; e, come fu ufficialmente denominata, il cunicolo di Ciampino, ma dal popolino battezzata col nome di tinnele. All’arrivo del treno, che in quella prima corsa non impiegò più di 28 minuti, fu trovato imbandito alla villa Torlonia un ricco banchetto, durante il quale il segretario di Stato decorò, a nome del Papa, dell’ordine Piano di seconda classe, l’ingegnere Jork, e i suoi compagni Harling e De Vitry. Rallegrò il convito un concerto, diretto dal maestro Mililotti, che suonò una specie di marcia ferroviaria, imitante lo sbuffo della macchina, lo stridere dei freni, il rumoreggiare del treno in cammino, ed i fischi e scam-