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176 capitolo x.

costituzionali e repubblicane». Che il Pecci nel 1848 liberaleggiasse, è un fatto fuori discussione; ma che il D’Andrea lo accusasse in quel modo, non è verosimile. Egli non era un fanatico, ma un impressionabile; e se compì qualche atto di rigore, non si macchiò di viltà, anzi finse di non accorgersi dell’aggressione fatta da un gruppo di liberali perugini contro il Sant’Uffizio e la fortezza. Egli lasciò buon nome a Perugia, e alcuni comuni della provincia gli decretarono la cittadinanza. Quanto diverso il destino di quei due uomini! Creati cardinali nello stesso concistoro del 1853, il D’Andrea, sospettato più tardi di liberalismo, subì i rigori della disciplina ecclesiastica, e morì quasi pazzo dal dolore a 56 anni; e il Pecci, divenuto Papa, fu intransigentissimo con la nuova Italia, e morì di oltre novant’anni!

A Perugia il sentimento liberale erompeva singolarmente nelle rappresentazioni teatrali, e la reazione non vi ebbe nulla di brutale, nè gli arresti furono di lunga durata. Il barone Nicola Danzetta, il cui fratello Pompeo era caduto a Cornuda, stette in prigione alcuni mesi, ma non fu processato. Egli contava fra i maggiori cittadini, ebbe una parte principale nella insurrezione del 1859, come si vedrà, e morì senatore del regno d’Italia.


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Nel 1853 tornò a rincrudire la reazione in Ancona, sempre presidiata dagli Austriaci. Fu tratto in arresto Antonio Giannelli, già cassiere di quella dogana, cospiratore indomabile, che aveva sofferto il carcere anche prima del 1848, e amico di Felice Orsini, col quale aveva lavorato per rimettere l’ordine in Ancona, negli ultimi tempi della repubblica. Fu arrestato in seguito a documenti rinvenuti addosso a due sergenti ungheresi, di guarnigione colà, coi quali il Giannelli era in rapporti di cospirazione; e dopo lungo processo, venne condannato a morte dal tribunale militare. La sentenza non fu eseguita per il generoso intervento di Emma Gaggiotti, anconitana, e della quale avrò occasione di parlare in altra parte di queste cronache. La bellissima signora conosceva il comandante austriaco, e ottenne che il processo fosse rifatto, e nel secondo giu-