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148 | capitolo ix. |
arguta con lo scatto violento. Quando, nel 1863, il duca di Montebello andò a Parigi per chiedere poteri, si disse, contro l’invadenza di monsignor De Merode, fece visita di congedo al Papa, che gli disse: Général, vous étes rappelé. — Non, rispose il generale, je suis appelé. — Eh bien, riprese il Papa, vous trouverez l’R à Paris. Il motto è vecchio, ma Pio IX lo prese a prestito, perchè gli garbava. Al ricevimento di capodanno del 1864 trattò male il rappresentante russo Meyendorf, perchè questi gli disse che il clero cattolico di Polonia aveva eccitata la rivoluzione. La cosa fu esagerata, e si affermò che il Meyendorf dicesse a bruciapelo a Pio IX che il cattolicismo è la rivoluzione. Il Papa, tornando nelle sue stanze ancora eccitato, dichiarò ch’era contento di aver dato una lezione al rappresentante dello Czar. Egli era di primo impulso, e si conservò tale sino all’ultimo: marchigiano genuino, gli premeva soprattutto l’effetto. Si aspettava che avrebbe mandato il passaporto al Meyendorf, ma non fu così; anzi, il giorno dopo, aveva tutto dimenticato.
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Alle cure dello Stato attendeva l’Antonelli, vero padrone e arbitro di tutto, pur senza darsene l’aria, per non dar ombra al sospettoso pontefice. Egli lo conosceva a fondo, e perciò, misurandone le resistenze e le debolezze, non si fece mai cogliere in fallo, e mai ne provocò le ire, facili in una natura impulsiva, come quella di Pio IX. E questa fu davvero la grande arte del cardinale, il quale, fra tante vicende, rappresentò l’unico punto fermo di quel pontificato, così lungo e drammatico, ed assistette ad occhio asciutto alla caduta del potere temporale, senza saper nulla tentare per prolungarne l’esistenza. Uomo mediocre, senza forti passioni, senza ideali, e quasi senza ombra di cultura, non gli mancò forse la visione di quanto si veniva maturando circa l’avvenire del papato politico, ma era persuaso, verosimilmente, che nulla potesse farsi per impedirne la catastrofe nei nuovi tempi, tanto diversi dai passati. Lasciò quindi libero campo alle follie del De Merode e degli ultramontani, dopo di essersi accorto che Pio IX le prendeva sul serio; forse ebbe anch’egli qualche illusione, ma lo scetticismo dell’indole roma-