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pio ix, antonelli, e il domma dell’immacolata | 141 |
relli, e come maggiordomo Luigi de Rossi. In quel palazzo lo conobbe il Celentano, che nelle sue lettere, come si vedrà, non lo ricorda con simpatia. Morì a 49 anni, dopo soli sedici mesi di cardinalato, e fu sepolto in San Giorgio al Velabro, dov’era diacono.
La sua morte, nonostante una così lunga consuetudine, non commosse molto Pio IX, il quale lo ricordò talvolta, sol per le sue piacevolezze su Bròccolo. Monsignor Borromeo riproduceva il tipo della nobile sua stirpe, e fra tutte le adulazioni si compiaceva a preferenza di quella che, per la forma del naso, gli attribuiva una somiglianza a san Carlo. Aveva fatto i suoi studi nell’accademia ecclesiastica; era di buon umore anch’egli, ma assai meno loquace e più misurato del De Medici, nè a lui intellettualmente molto superiore. Vestiva con ricercatezza, come tutti i monsignori della corte pontificia; aveva modi signorili, ed era frequentatore, benchè non assiduo, dell’alta società. Fu promosso maggiordomo quando il De Medici fu creato cardinale, ed ebbe poi la porpora nel concistoro del 13 marzo 1868, a 44 anni. Fu arciprete di San Pietro, e morì a Roma nel 1881, non ancor vecchio, essendo il minore dei suoi fratelli. Per alcuni anni, due di questi sedettero nel Parlamento italiano in Roma, Emanuele, morto l’anno scorso, soldato in Crimea e a Castelfidardo, aiutante del Cialdini; e Guido, morto nel 1890. Il loro padre, il conte Vitaliano, senatore anch’egli del regno di Piemonte, fin dal 1853, ebbe, com’è noto, una pagina onorevole nel 1848.
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Pio IX non si privava di alcuno svago, sacro o mondano che fosse. Frequenti erano le visite, che faceva di sua iniziativa, senza invito, anzi senza neppur prevenire, piacendogli di piombare all’improvviso in un ospedale, in un ospizio, in uno studio d’artista, in una basilica, dove fossero lavori in corso, in un oratorio o convento femminile, assai divertendosi della confusione delle monache, al suo apparire. Usciva a passeggiare fuori le mura, e per tratti abbastanza lunghi, in piena campagna. Preferiva passare porta San Pancrazio; godere i meravigliosi tramonti di primavera e di autunno, e per la bella strada sotto le mura, rientrare in città da porta Cavalleggeri.