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140 | capitolo ix. |
dogli ogni giorno aneddoti, pettegolezzi e maldicenze piccanti ed esilaranti. Il De Medici parlava il suo favorito dialetto, che tanto divertiva Pio IX, il quale più volte si provò a parlarlo, ma non vi riuscì mai, nonostante i diciassette mesi di dimora fra Gaeta, Napoli e Portici. Vittima delle baie del maggiordomo era il suo giovane prete, certo Faggiani, cui aveva dato il soprannome di bròccolo, cioè cavolo, e che dialettalmente chiamava vruòccolo. Ed era per Pio IX una festa il sentir narrare dal prelato le asinerie di Vruòccolo, come fu per lui argomento di grande e prolungata ilarità il caso occorso all’arciprete di Frascati, e riferitogli dalla sua corte, che cioè, nell’aprire, dopo lungo tempo, la cassetta dell’obolo, vi aveva trovato tre mezzi paoli falsi, e sette fette di salame cotto, andato a male. Ma neppure un paolo buono! esclamava, ridendo come un fanciullo, neppure quello dello stesso arciprete!
Monsignor De Medici era ricco, ed aveva fama di uomo benefico, ma, come si vide nei suoi rapporti con Bernardo Celentano, sembra che promettesse più di quanto aveva volontà di mantenere. Era piccolo, magro e sofferente al fegato. Un incidente avvenuto nel dicembre del 1854 gli procurò una grande amarezza, e spense il suo umore festoso, facendogli venire in uggia la corte. Il fatto fu questo. Tra i vescovi d’Italia, venuti a Roma in occasione del domma dell’Immacolata, vi fu monsignor Laudisio, vecchio pastore di Policastro, il quale, visitando, tra i primi, Pio IX a Gaeta, gli aveva portato in omaggio 800 ducati, e si credeva perciò il fondatore dell’obolo di San Pietro. Nativo di Sarno, era di una volgarità inverosimile, e s’illudeva di potersi presentare al Papa, senza chiedere udienza al maggiordomo. Il De Medici, meridionalmente puntiglioso, frenò le strane pretese del vescovo, ma questi un giorno, forzando la consegna, irruppe negli appartamenti pontifici, e alla presenza di Pio IX apostrofò il maggiordomo con ogni maniera d’ingiurie, delle quali la meno villana fu faccia gialluta. Pio IX lo lasciò sbizzarrire con visibile gusto, ma il maggiordomo se ne sentì talmente offeso, che espresse il desiderio di esser dispensato dall’ufficio. Non gli fu però dato di uscirne prima del 1856, quando, elevato alla porpora, andò ad abitare, con grande sfarzo, al palazzo Odescalchi, ed ebbe come segretario il padre Bor-