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capitolo viii. - roma di allora |
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e Tommasini, che avevano tanto guadagnato nelle imprese ferroviarie; Cavallini e Marignoli trascinarono faticosamente la propria liquidazione, che si chiuse in un disastro pel Marignoli, e finì tragicamente il Baldini. Questi banchi lavoravano quasi esclusivamente nel cambio, unica operazione che ci fosse in quei tempi, onde si facevano tra loro una concorrenza rovinosa. É non avendo potuto, dopo il 1870, sostenere la gara con i banchi di emissione, che. aprirono in Roma sedi o succursali, e con i banchi privati, che lasciarono Firenze, seguendo la capitale, come avevano lasciato Torino per andare a Firenze, dovettero purtroppo andare a rotoli. Il Cerasi si tenne su sino all’ultimo, sorretto dal suo buon nome e dalla clientela cattolica, che gli fu sempre larga di fiducia. L’azienda della banca, e quella privata del banchiere, erano improntate alla più rigorosa economia ed alla più avveduta amministrazione. Le opere di carità e di religione, compiute per effetto del testamento del Cerasi, furono e sono molte, così a Roma come nelle Marche, dov’egli era nato.