Pagina:De Cesare - Roma e lo Stato del Papa I.djvu/141


123

CAPITOLO VIII.

Roma di allora.



Sommario: Il Corso. — La famiglia Bonaparte e il banchiere Hooker. — Un’esposizione nel cortile del palazzo Doria. — Le camelie scritte del cardinale Gaude. — Al palazzo Simonetti. — La banca romana e il cardinal Sacconi. — Il Facchino di via Lata. — La casa dei panzoni. — Reminiscenze del caffè del Veneziano. — La tipografia Olivieri al palazzo Polidori. — La profumeria della signora Alegiani e il negozio di mode del Puccinelli. — La libreria Merle e i suoi frequentatori. — Il caffè del Giglio e sue trasformazioni. — Il passaporto dello scultore Cantalamessa. — . Piazza Colonna e i ricordi del tempo. — Il banco Marignoli e Tommasini e il negozio del Massoni. — Il caffè degli Scacchi e i principali scacchisti. — Il cappellaio Mancinelli reduce dall’America. — Botteghe minori. — Rosina Massoni prima modista. — Da piazza Venezia per il Corso, a destra. — Il palazzo Salviati ultima dimora di Pellegrino Rossi. — Scrupoli della principessa. — Le vecchie case Righetti e la libreria Bonifazi. — La chiesa di San Marcello. — Un umoristico triumvirato di cardinali. — Le case dei Costa di San Marcello. — Il palazzo Sciarra abitato dai fratelli Sciarra. — Stranezze del principe Ettore. — Il palazzetto Sciarra sede del banco Plowden-Schomeley. — Il barbiere Visconti, Sudriè e il pasticciere Voarino. — Club delle guardie nobili. — Palazzo Bonaccorsi e palazzo Piombino. — Dal vicolo Cacciabove a San Claudio e alle Convertite. — Il pizzicagnolo Bersani. — Il vecchio palazzo Marignoli. — Riunione di cacciatori nel negozio Cagiati. — La tabaccheria Piccioni famosa negli anni 1859 e 1860. — Un ottico e un altro pasticciere. — L’officina Castellani al palazzo Raggi. — Il caffè Nuovo e il grande albergo di Roma. — Il caffè e il circolo a San Carlo. — L’ambasciata russa al palazzo Feoli. — L’ospedale di San Giacomo. — Ricordi dei principali caffè. — La città di allora e quella dì oggi. — Malinconiche impressioni in chi veniva da Napoli o da Firenze. — Miei ricordi personali. — Il corso delle vetture. — Altri ricordi. — La custodia della colonna Antonina. — Un aggregato di borghi rurali. — Contraddizioni nei costumi della vita sociale. — Il rione di via Montanara e quello di Macel dei Corvi. — Banchi e banchieri. — Torlonia, Spada e i banchi stranieri. — Come parlava il banchiere Kolb. — Quasi ogni nazione aveva un banco. — Il Cerasi, ultimo dei vecchi banchieri.



L’ingresso del Corso, da piazza Venezia, fu allargato dopo il 1870, con la demolizione di alcune piccole case, sostituite da altre, la cui deformità contrasta col bel palazzo, che dai Rinuccini acquistarono i Bonaparte, quando, non trovando asilo in