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120 capitolo vii.

traduzione dell’inglese pick-nick. Ed erano feste piene di espansione, nelle quali si filavano gli idilli con caratteristiche scene di gelosia conducenti spesso al matrimonio.


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Il maggior istituto di beneficenza era il Monte di Pietà, che sovveniva quasi tutte le classi sociali. La natura dei pegni rivelava la condizione economica della popolazione, poichè ve n’erano d’ogni genere: dai fili di perle e dalle pietre preziose, agli ori e argenterie di qualche grande famiglia, o di qualche grande dama dissipatrice; dai quadri e sculture di artisti noti, a biancherie e suppellettili. Si pagava poco e si avevano molte tolleranze. Il grande istituto, che porta scritto sul frontone del palazzo: Magnum Pietatis Opus, subi, sul finire del 1857, una crisi che ne mise in pericolo l’esistenza, ed ebbe per epilogo un clamoroso processo. A capo del Monte era stato messo, in qualità di direttore, il marchese Giampietro Campana. Era questi uno dei signori più in vista; aveva un patrimonio di 200,000 scudi; la moglie, distinta signora inglese, aveva portato in dote dieci mila sterline, ed egli, oltre l’alloggio, percepiva uno stipendio di ottanta scudi al mese. Era consigliere comunale per il patriziato, faceva parte del consiglio d’amministrazione della banca romana, e possedeva un ricco museo di quadri, di argenti etruschi e di statue imperiali. Nell’agosto del 1853, quando già nuotava nei debiti, per scavi intrapresi e falliti, fu nominato direttore del Monte di pietà, ed allargando le operazioni di questo istituto, lo sollevò a grande splendore, nonostante la concorrenza mossagli dalla banca romana, allora nascente. Ma la sua condizione finanziaria andava sempre peggiorando, e dopo aver tentato, ma indarno, di vendere il museo allo Czar, sì avvisò d’impegnarlo al Monte, ritenendo, come scrisse l’avvocato Marchetti in sua difesa, «che non gli fosse illecito di ricorrere a que’ larghi fonti di beneficenza, ch’egli avea dischiusi, e a cui tutti attingevano». Fu autorizzato dal ministro delle finanze a un primo prestito di ventimila scudi; ma poi, senza ulteriori autorizzazioni, portò il prestito a poco meno di mezzo milione di scudi, facendosi forte d’una peri-