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on deve parere strano, se una delle maggiori difficoltà, che io abbia trovato, dopo avere scritto questo libro, sia stata la scelta del titolo; nè potrei asserire di esserne pienamente soddisfatto. Lo Stato del Papa, dopo i casi del 1859 e 1860, fu ridotto alla presente provincia romana; tanto che la «dominante», priva del suo miglior territorio, fu paragonata dal cardinale Antonelli ad una testa senza corpo. Amici chiari ed illustri mi consigliavano intitolarlo: La fine di un altro Regno, o Un’altra fine di Regno, in ricordo della mia precedente opera sugli ultimi anni del Regno di Napoli; però mi repugnava di essere creduto il necroforo delle vecchie Signorie italiane; nè, d’altronde, si chiamava Regno lo Stato del Papa.

Ho tuttavia voluto seguire il metodo adoperato in quel libro, al quale metodo si deve forse attribuire la fortuna sua, ma confesso che, per la recente vita di Roma, la difficoltà delle ricerche, sia pure per un periodo di venti anni, era più grave. Lo Stato non aveva nulla di omogeneo, e sostanzialmente diversa era la condizione storica delle provincie, di qua e di là dell’Appennino, nè la Santa Sede aveva l’abitudine di pubblicare i suoi documenti diplomatici. Gli ecclesiastici, inoltre, sono, com’è noto, più cauti dei laici nel fare rivelazioni e confessioni.

Per esporre il periodo interessante e drammatico dello Stato del Papa, che comincia col ritorno di Pio IX, e si chiude con