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88 capitolo vi.

visani, col Giuliani ed altri dantisti, pubblicata nel secondo volume del suo epistolario, un suo forte discorso sopra un punto rimasto oscuro del poema, e le copiose note che videro la luce nel 1857, col titolo: Tre chiose alla Divina Commedia di Dante Alighieri. In Orsammichele era stata eretta in suo onore una cattedra dantesca. Conosceva, come lingua propria, il francese e l’inglese, il latino e il greco. Il suo salone, che riproduceva, ripeto, il carattere universale della città, era stato chiuso nei dodici anni della prima vedovanza, e rifiorì nel 1854, quando il duca passò a seconde nozze con miss Margherita Knight, la quale, con la famiglia, per ragioni di salute, abitava Roma fin dal 1848, al palazzo Spina, all’Angelo Custode, ed alla quale scriveva lettere interessantissime da Firenze fin dall’agosto 1848: lettere, che sono un quadro della vita italiana di allora, da lui definita carnevale politico. Ne ho lette alcune, datemi da Onorato. Lo spettacolo di quell’immenso disordine morale lo faceva uscire in espressioni caratteristiche, e ne fece la diagnosi con sdegnosa, ma meravigliosa esattezza. Tutti i cattivi, scriveva egli a quella che doveva essere sua seconda moglie, cercano il ministero. Tutti i buoni lo temono... L’ignoranza degli italiani nelle cose politiche è al di là d’ogni credere... Tutti concorrono all’impedimento di ogni legalità. Libertà s’intende per abolizione di legge, perché i popoli ignoranti, e stati lungamente oppressi, hanno ogni legge per tirannia. La prega di ricordarlo all’amicizia di monsignor Pentini, mio antico complice di ministero. E in un’altra lettera, del 16 di quel mese, scriveva:

Se l’Inghilterra mandasse a Botan-bay tutti i nostri gazzettieri, e la Francia abbandonasse a Cavaignac i nostri molti Catilini moderni, forse noi potremmo sperare di apprendere, a poco a poco, a sostenere il giogo legale di una costituzione e divenir nazione, dopo aver molto operato a meritarlo. Altrimenti sarà un gran movimento avvenuto in faccia a tutto il mondo, per dichiarare la nostra immaturità ed inesperienza politica. Tutti gridano ora che son mancate le armi, ed io credo sia mancata la prudenza e le altre virtù sorelle...... La gelosia e qualche passione peggiore ancora......, in mezzo ad ignoranza e malvagità, hanno governato finora tutto il movimento politico con quella compagnia e con quella stessa pompa, che si fanno da noi i funerali, per condurre la nuova Italia al suo antico sepolcro.

Abitava in quei mesi coi figliuoli a Firenze in via della Fornace, ed era tornato da poco da Montecatini, che descrive