Pagina:De Cesare - Roma e lo Stato del Papa I.djvu/103


l'aristocrazia 85

lontane non mai visitate, o di affitti compiuti, o rinnovati nel tempo in cui egli era in viaggio, o variamente distratto. Se chiedeva qualche schiarimento, si era solleciti a squadernargli dinanzi due o tre voluminosi registri legati all’antica, con le punte di metallo, chiodi dorati e stemmi di famiglia sul dorso; od al minimo fastidio, ch’ei mostrasse, gli si ponevano innanzi sommari e riepiloghi, consultati i quali, il principe ne sapeva meno di prima, pur mostrando d’esser chiaro di tutto. Era decoro della casa tenere una computisteria largamente fornita d’impiegati e di libri. Ed erano i signori più diligenti, che andavano in computisteria, perchè i più si annoiavano a trattare d’affari, e ai congressi assisteva il viceprincipe. Benchè regnasse il più patriarcale dei sistemi, fino a respingere come temerario qualunque sospetto d’illecito profitto, gli abusi erano innumerevoli, e comuni i casi di amministratori arricchiti, sopratutto quando una parte del patrimonio era lontana da Roma. I Doria, gli Orsini, i Boncompagni, i Colonna, possedevano nel reame di Napoli; i Salviati, i Borghese, gli Aldobrandini, i Rospigliosi, in Toscana e Romagna; i Santacroce e gli Altieri nelle Marche, e così via via. I mezzi di comunicazione non erano quelli di oggi, e per andare a Melfi, dove si trovavano i possedimenti dei Doria col magnifico castello di Carlo d’Angiò; od a Gravina, dove gli Orsini possedevano terreni a perdita d’occhio, con un palazzo ducale cinto da largo fossato, occorreva qualche settimana, attraverso non pochi pericoli e disagi. Era un avvenimento se, scortato dalle guardie della casa, vi andasse ogni cinque o sei anni il viceprincipe, il quale o perchè insofferente di quella interruzione nelle sue consuetudini romanesche, o’ perchè digiuno fin delle più elementari nozioni di agricoltura, rientrava a Roma senz’altro costrutto, fuori quello di larghi doni e degli omaggi mietuti. Il patrimonio, immobiliare quasi tutto, non più offriva, per i cresciuti bisogni e le nuove gravezze, la stessa disponibilità nelle rendite, destinate a precipitare, dopo il 1870, con l’inverosimile aumento dei tributi, e la morte dell’antico sistema doganale, come narrerà il futuro storico. Benchè il governo concorresse a mantenere l’equilibrio nelle grandi famiglie, favorendone i cadetti con impieghi e benefizi ecclesiastici, non pochi di quei cadetti non trovavano a far nulla di utile a sè, e al migliora-