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tattica ed il suo coraggio. In questa circostanza si mostrò ingegnere militare, capitano, artigliere, e guerriero. Da lui partì il colpo che nel 1527, all’assedio di Roma, uccise lo scellerato Borbone contestabile di Francia e ferì il principe d’Orléans.
Il Cellini morì nel 1570. Lasciò varii trattati sulla scultura e sull’oreficeria, e le pregiatissime Memorie della sua vita. Solo a Michelangelo, Benvenuto Cellini, soffriva essere inferiore.
(10) Avvi nella cattedrale di Firenze un dipinto sul legno, rappresentante Dante, vestito alla borghese ed incoronato dall’alloro, con una immagine della Divina Commedia, ed una veduta della città di Firenze. Questo quadro è attribuito all’Orgagna, ed è verisimile che i tre distici che vi si leggono sotto sieno di Bartolomeo Scala. Questo è l’unico monumento che la Repubblica di Firenze abbia eretto alla memoria di questo sublime ed illustre poeta la cui superba tomba è in Ravenna, ove morì in esilio. Niuno è profeta nel proprio paese, almeno durante la sua vita. — Il ritratto di Dante, dipinto dall’Orgagna, non è la cosa la meno curiosa ed interessante che ammirisi nel duomo di Firenze. — Alfieri, senza la principessa d’Albani non avrebbe avuto un monumento funebre.
L’autrice di Corinna, la Staël, l’ammiratrice dell’Italia, quella che in Francia fece generalmente conoscere la Terra Classica, la Terra del Genio, osserva, intorno al divino Allighieri: «Le Dante, ce grand maître en tant de genres, possèdait le génie tragique qui aurait produit le plus d’effet en Italie, si de quelque manière, on pouvait l’adapter à la scène; car ce poète sait peindre aux yeux ce qui se passe au fond de l’âme, et son imagination fait sentir et voir la douleur. Si le Dante avait écrit des tragédies, elles auraient frappé les enfants comme les hommes, la foule comme les esprits distingués. La littérature dramatique doit être populaire; elle est comme un évènement public, tonte la nation en doit juger.»
Allorchè Dante viveva, gl’Italiani rappresentavano in Europa e nei loro paesi un grande e terribile dramma, per cui non sarebbero mancati all’altissimo poeta soggetti tragediabili.
Virgilio dipinge come Michelangelo nel rappresentare Caronte e la testa della Gorgona:
«Portitor has horrendus aquas et flumina serva
Terribili squalore Caron; cui plurima menso
Canities inculta jacet. Stant lumina flamma.
Sordidus ex humeris vedo dependet amictus;