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a quel muro in fondo, siatene giudice voi stesso. — Vidi in effetto, racconta l’incognito, due teste di guerrieri grandi al vero. Quella di Wallace era nobile e marziale, — quella di Edoardo dura e crudele. La prima era di un Dio, e l’altra di un Diavolo.

L’amico che ci ha procurato questi aneddoti, vedendo l’interesse che vi prendevo, mi disse: — Molte ne so intorno a Blake; fui suo camerata durante nove anni. Alcune volte rimasi presso di lui, dalle dieci ore di sera sino alle tre del mattino, talora assopito e talora svegliato; ma Blake non dormiva mai. La carta e la matita alla mano, aspettava, e mi disegnava i ritratti dì coloro che più desideravo. Vi mostrerò parecchi suoi lavori. — Prese un grande portafoglio pieno di disegni, l’aprì, e continuò: — Osservate lo slancio poetico di cui brilla questo viso; gli è Pindaro vincitore ai giuochi olimpici. Questa incantevole testa è quella di Corinna che ottiene il premio della poesia ai medesimi giuochi. Questa cortigiana che vedete, è odiata con tutta l’impudenza che caratterizza il suo mestiere. Ella venne a situarsi fra Blake e Corinna, ed egli fu obbligato di fare il di lei ritratto, onde sbarazzarsene. E quest’altra testa di genere diverso, sapete chi è? — Di qualche furfante, senza dubbio! — Precisamente, ed ecco una grande prova dell’esattezza di Blake. Gli è la testa di uno scellerato. Tale è quest’altra, potete voi immaginarlo? — Probabilmente nulla di buono. — Avete ragione, poichè dessa è il demonio; rassomiglia, in modo che colpisce, a due uomini che mi asterrò di nominare. La prima è un grande avvocato, e l’altra.... Vorrei nominarlo. Gli è un fabbricante di falsi testimoni. — Ed ora, questa testa? — Ella parla da sè stessa. Gli è quella di Erode. Come rassomiglia a quella di uno dei primi uffiziali dell’esercito! — Chiuse il suo libro, e, prendendo un piccolo quadro da uno scaffale particolare: — Eccovi tutto ciò che vi mostrerò, disse egli, ma è il più curioso. Rimarcate la ricchezza del colorito, ed il carattere originale del soggetto. — Vedo, gli dissi, una figura nuda, un corpo pieno di vigore ed un collo cortissimo; — occhi ardenti che chiedono lagrime, ed un viso degno di un assassino; tiene una coppa di sangue in cui sembra bramar dissetarsi. — Non vidi mai nulla di più strano, e gli è la prima volta che vedo un colorito sì ricco e sì curioso; gli è una specie di verde brillante e di oro scuro ricoperti da una magnifica vernice; ma vi prego caldamente di dirmi che è questo. — Gli è un’ombra; l’ombra di una pulce, — di una pulce spiritualizzata. Blake mi disse averla veduta altra