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Dopo avere veduto la rappresentazione pittoresca dei soggetti, tratti dalla Bibbia o dal Vangelo dagli artisti che si sono più distinti, se ne porta seco una stima quasi religiosa pel talento ed il genio che tanto alto collocarono le loro speranze ed il loro ideale. Come Davide, il quale non servivasi della sua arpa che per cantare le lodi del Signore, e pregarlo, questi artisti non dipingevano che per glorificare pensieri o sentimenti. Se alcune volte si osservano errori, questi errori stessi non sono che gli scrupoli di pensatori, ch’esauriscono la forma per farle rivelare l’invisibile ed esprimere l’ineffabile. Dessi pongono tutta la loro anima ne’ loro quadri, e quest’anima trovasi sì pura, sì simpatica, sì leale, che laddove l’arte sparisce alcune volte a forza di raffinare o di purificare, ne dà ancora l’alta illusione. Potrebbesi dire, che un loro quadro era una virtù; questo è il segreto della loro rara e squisita influenza. Se qualche volta gli occhi ponno criticare e contestare alcune parti di queste opere, il cuore protesta e lasciasi incantare. Il cuore è un grande giudice dell’imitazione delle arti, ed allorché applaude l’artefice trionfa.

I quadri di fra Angelico sono atti di fede, di entusiasmo e di sentimento. Prima di essere un artista, egli fu un poeta ed un moralista.

La Madonna del baldacchino quadro di Raffaello, esistente nella celebrata Galleria di Firenze, offre un modello di puro e sublime sentimento religioso. In questo delizioso dipinto emergono tutte le eminenti qualità del divino artista.

Giudizio di Salomone, dipinto al Vaticano dallo stesso Urbinate, presenta nel più alto grado l’efficacia del bello nella espressione e negli atteggiamenti di ciascun personaggio. Questo tipo Raffaellesco è inciso egregiamente dall’Anderloni, uno di quelli che in alto seggio mantennero l’arte italiana sublimata in questi ultimi anni da Toschi e Calamatta.