Pagina:De Blasis - Leonardo da Vinci, 1872.djvu/25


— 19 —

candosi intieramente al disegno, all’espressione, alla composizione, trascuravano alquanto il colorito, parte importantissima dell’arte; — secondariamente, perchè ciò che si rimprovera nel di lui colorito spesso grigio o violaceo, potrebbe anco provenire dalla qualità dei colori che poco resistono all’azione del tempo, o perchè, all’epoca di Leonardo l’uso del dipingere a olio non fosse ancora ben conosciuto.

Il quadro di Leonardo, rappresentante La Modestia e la Vanità, esistente in Roma, è uno dei migliori suoi dipinti. Belle sono queste due mezze figure di donne; una, abbigliata con vaghezza ed ornata in modo da allettare l’amorosa passione; — l’altra, assai più semplice, e abbastanza modesta. In questo quadretto traspajono la finitezza ed il modo prezioso di dipingere dell’autore. Sopratutto la testa della Vanità è un modello; gli occhi sono animatissimi e tutto il viso è di una grande espressione. Questo dipinto ha tutta l’impronta del fare del grande maestro, facile a riconoscersi, difficilissimo ad imitarsi.

Leonardo pensava moltissimo sovra ciò che doveva dipingere; e di qui la grande ed incantevole armonia che domina in tutti i lineamenti delle sue ligure. Ammirabili sono gli occhi, e l’espressione tenera, melanconica, al quanto voluttuosa, formano l’incanto delle sue teste di donna.

La Madonna, ch’ei dipinse a fresco nel convento di sant’Onofrio in Roma, è un tipo di bellezza, e dello stile il più elevato. — L'Arcangelo Michele che porge a Gesù bambino la bilancia della giustizia è uno de’ pregevolissimi dipinti del nostro grande artefice.

In Lombardia egli formò il suo bello ideale, ove Lodovico Sforza, questo amabile usurpatore, morto prigioniero a Lecco, l’aveva chiamato. Questo principe aveva di spesso duelli di spirito con l’artista che riuniva ogni genere di talenti.