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suo convento.......» Infine, trovossi il Giuda; somiglianza ed espressione nulla lasciava da desiderare, ed il quadro fu ultimato: ciò che avvenne nel 1498.
Il Cenacolo fu destinato a subire varie vicende. L’artista compose, come si disse, questo quadro pel refettorio del convento dei Domenicani alla chiesa delle Grazie; fu ultimato nel 1498; in gran parte era scancellato nel 1540. Un secolo dopo, monaci ignorantissimi fecero praticare una porta di uscita, nel bel mezzo del quadro! (o barbari!), e dipinsero le armi dell’imperatore (felicemente regnante) sovra le teste degli apostoli. Infine, nel 1726, un preteso pittore incaricossi di ristaurare il Cenacolo di Leonardo da Vinci! il che fece con pesantissimo modo di colorire. Altri barbari oltraggiarono alla lor volta le traccie che ancora rimanevano del genio di un grande maestro. Mazza, mediocrissimo pittore, ed alcuni dragoni francesi dell’esercito d’Italia, comandato dal generale Bonaparte (repubblicano!) furono gli ultimi barbari; il primo, grattò dei contorni ancora intatti, ed i dragoni, poco sensibili agl’incanti delle arti belle, trovarono piacevole, nel loro entusiasmo repubblicano, di gettare sassi alle teste degli Apostoli.
Il mosaicista romano Raffaelli fece, nel 1820, due bellissime copie in mosaico del Cenacolo, di eguale grandezza, una delle quali trovasi alla corte di Vienna e l’altra in Roma. Il dotto ed abilissimo pittore Bossi fece pure una copia ad olio del capo-lavoro del Vinci della stessa dimensione. La copia fatta a fresco dall’Oggionno è degna dell’allievo di Leonardo, ed ammirasi in Milano. Tutto questo consolerà in parte della perdita del dipinto di Leonardo. Il Cenacolo trasportò talmente di ammirazione Francesco I, ch’egli mise in opera ogni mezzo per levarlo di là, onde trasportarlo a Parigi; ma, fortunatamente, non si potè arrivare a vincere le difficoltà di una sì ardita impresa. Come potevasi difatti distaccare