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68 | sull'oceano |
gonfiarsi quasi fino all’altezza dell’opera morta, e svanire ad un tratto, come una minaccia che si risolvesse in ischerzo, e poi daccapo sollevarsi, come per dire una parola, e risedere indispettita di non poterla dire, per dar luogo ad altre onde che accorrevano, ci guardavano, o sparivano anch’esse, col loro segreto. E si sarebbe rimasti per ore a contemplare quel formarsi e dissolversi continuo di catene di monti nevosi, di valli cupe, di province solitarie e fantastiche, formate, disperse, rifatte, scompigliate come la faccia d’un mondo dal capriccio d’un Dio. Ma quel ribollimento era intorno a noi solamente: lontano, tutt’in giro, il mare era come immobile, d’un azzurro ridente, e tutto picchiettato di macchiette bianche, che parevan le vele di una dotta infinita che ci accompagnasse.