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a prua e a poppa | 63 |
l’agente fece un gesto, come se avessi negato la luce del sole. Era vero. E con questo?... Un documento umano. Ecco tutto.
Mentre egli diceva questo, s’avvicinava il garibaldino, che veniva da prua. Quando mi passò accanto, mi scappò di domandargli: — È stato fra gli emigranti? — così, per simpatia. Egli parve stupito che gli rivolgessi la parola e accennò di sì, soffermandosi, ma di fianco, come chi vuol fare un discorso corto. L’agente, che doveva indovinare in quel signore un’antipatia istintiva per gli uomini della sua indole, si tirò in disparte.
Ridomandai: — Ha visto quei poveri contadini?
— I contadini — , rispose lentamente, guardando il mare — , sono embrioni di borghesi.
Non afferrai subito il suo concetto.
— Hanno il solo merito — , continuò, senza guardarmi — , di non mascherarsi con la rettorica patriottica e umanitaria. Del resto... lo stesso egoismo di belve addomesticate. Il ventre, la borsa. Nemmeno l’ideale della redenzione della loro classe. Ciascuno vorrebbe veder più miserabili tutti, pur di campar lui meglio di prima. Tornino gli Austriaci, ma ad arricchirli,